L'Italia non è un bordello

Lettera al Presidente del Consiglio (scritta il 24/01/2011)

Al Presidente del Consiglio dei Ministri  centromessaggi@governo.it 

Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri, chi le scrive è una donna come tante, una che non fa parte di nessun partito, una lavoratrice, una madre. Le chiedo di dimettersi, lei non rappresenta me né i miei ideali. Io voglio  crescere mia figlia in un paese  libero dalla mafia, non voglio un Presidente del Consiglio che  si è tenuto in casa uno stalliere, pur non avendo stalle nella sua residenza, definito da Paolo Borsellino una delle "teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia". Non voglio che il mio paese sia rappresentato da chi ha fatto parte della Loggia P2. Non voglio un Premier che con i suoi alleati  ha sempre cercato di  creare leggi ad personam pur di non affrontare i processi a suo carico. Non voglio chi per anni, grazie anche al potere dei suoi  mass media, ha degradato la donna a cosa da poter esibire e consumare come “utilizzatore finale”. Io voglio vivere in un paese dove la legge sia davvero uguale per tutti, per lei come per me. Io voglio poter essere orgogliosa di un paese dove la nostra meravigliosa Costituzione viene rispettata e non stravolta a suo piacimento, questa stessa Costituzione  voluta da chi ha lottato per liberare l’Italia dalla dittatura fascista, quella stessa  Costituzione che è nata per assicurare il lavoro e i diritti di tutti i cittadini senza distinzioni.
Cordiali saluti
Sabrina Ancarola


Questa lettera la scrissi il 24 Gennaio, pochi giorni prima ero stata ad una manifestazione in P.zza Ghiberti a Firenze dove un piccolo gruppo di persone aveva deciso di far sentire il proprio dissenso battendo pentole e mestoli a modo dei cacerolazos latino-americani. Ricordo lo striscione, un lenzuolo, con su  scritto, sul momento con una bomboletta spray, "L'Italia non è un bordello".  La settimana dopo ci siamo ritrovati ed eravamo molti di più della volta precedente. Nel giro di poco tempo abbiamo visto che la stampa, anche quella estera, ha cominciato ad interessarsi a noi riportando le foto delle nostre manifestazioni. In quel periodo   in tutto il paese sono nati movimenti simili al nostro, movimenti di cittadini senza bandiere di partito ma ricche di onestà, sani principi e una gran voglia di difendere con orgoglio la "nostra" costituzione. Ieri abbiamo vinto una battaglia, so che la strada è  ancora lunga e impervia, ma da Gennaio mi sento meno sola ed ho sempre più speranza, grazie ragazzi.   http://www.litalianoneunbordello.it/