mercoledì 24 novembre 2010

Sabrina

Non si è mai chiusa, ha sempre continuato a sanguinare, giorno per giorno, goccia dopo goccia, da un tempo vastissimo. Non ho mai voluto curarla fino in fondo, non avrei  mai voluto rivederla, riconoscerla, figuriamoci affrontarla, fa male, fa un male cane e se  stappo questo dolore temo di non saper più tornare alla normale apparenza. Mi sento vinta anche se non sono ancora arrivata alla fine, arresa prima di riprovare a lottare, perché ho sempre perso, perché non ho mai avuto le armi, la giusta struttura e la giusta convinzione per   lottare. Ma credo che ormai sia inevitabile il confronto con il vero specchio, quello che mostra   i cambiamenti di tutti questi anni, tutte le ferite che mi hanno segnata compresa questa che è sempre aperta e getta  schizzi come un fiume in piena, sento che se non faccio qualcosa rischio di affogare.  Probabilmente è un difetto genetico, ereditato da chissà quante vite, generazioni e errori e non  riesco, non sono mai riuscita, a trovare una terapia, ci ho provato illudendomi   tante volte, pensando di poter essere amata  semplicemente perché credevo che capitando a tutti potesse capitare anche a me. Non mi è mai capitato, io sono strana mi sono sempre detta, ho violentato il mio corpo cercando con il cibo di riempire questo vuoto d’amore perché  io sono brutta, sono un essere impresentabile, ho un’anima terribile e non mi posso permettere  niente di  sano in un rapporto con un uomo. Allora da tanti anni fingo, ho messo su un mattone dopo un altro mattone, ma erano mattoni di argilla e a lungo andare si stanno sgretolando tutti e il sangue  sotto li sta corrodendo. Mi sento  un sasso in mezzo al mare, un enorme monolite che vede scorrere di tutto ma che non è  toccato da niente come se niente appartenesse alla sua natura. Mi sto aggrappando  all’affetto che è sicuro,  alla mia parte luminosa  che mi rende accettabile, ma devo curare e smetterla di tamponare, è inutile, ora rischia di essere solo dannoso. Mi tormenta il fatto che rimedi forse non ce ne sono, che nessun medico sia in grado di guarirmi profondamente, io da sola ci ho provato, e ho sempre fallito e per quanto la mia luce combatta contro la mia oscurità non riesco a vedere un futuro, una guarigione, seppur con una bella cicatrice, completa. Non riesco, ma vorrei farcela. Temo  che qualcuno in buona fede possa dirmi ancora tutte le stronzate che sento da quando ero bambina: “Un giorno capiterà anche a te”, “Capita quando meno te lo aspetti”… io non mi aspetto mai niente,   vorrei non averne il bisogno. Ci metto tutta la mia razionalità, tutto quello che ho letto, studiato che ho cercato di capire, perché pensavo che una logica ci doveva essere, non c’è, nessuno dei più grandi cervelli del mondo l’ha mia trovata, figuriamoci se  riuscivo a capire qualcosa io. La mia testa si chiede continuamente perché allora ne sento il bisogno, che senso ha.  Forse mi manca un chip, semplice, sarà così, ma non riesco ad accettarlo.

Ps  se a qualcuno di voi, a questo punto, viene in mente il Teorema di Ferradini m’incazzo sul serio.

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