- Il sole che filtra dalla finestra mi fa vedere quanto sporchi siano questi vetri, qua è tutto vecchio, il tavolo e le sedie, tarlate come me, questo camino puzza e le piante perdono foglie che dovrei spazzare via, allora vedo questo pavimento pieno di macchie antiche e avrei voglia di arrendermi e scappare via.
- Finalmente il sole che bello! Adoro la mia cucina, il tavolo e le sedie che appartenevano ai mie nonni, l’odore del camino acceso per generazioni, le foglie delle mie piante che muoiono e rinascono, il pavimento solcato dalla storia, mi sento al sicuro, non lascerei mai questo posto.
- Non ho voglia di vedere nessuno, di far venire qualcuno a casa mia tanto meno, qua si respira solo la morte di tutti i miei avi, sono stanca.
- Stasera cena a casa mia come da tradizione, mi da una gioia immensa accogliere gli amici, sento che sto onorando la memoria di famiglia, sono euforica.
- Doversi dare da fare per gli altri, a che scopo? Troppo impegnativo e quasi sempre deludente e non trovo consolazione neanche nei libri, tutte finzioni, convenzionalità, se potessi sbarbare le mie radici forse avrei una vita più dignitosa.
- Amo prendermi cura degli altri, per quel poco che riesco a dare mi torna indietro una felicità incredibile. Quando sono sola mi rifugio nei mie libri, sogno e viaggio grazie a loro, ma, nonostante questo sono una donna ben contenta di avere i piedi per terra, se poi la terra è questa mia da sempre, sono grata per avere una vita così degna.
- E’ arrivato il postino, sarà sicuramente una bolletta.
- Finalmente la posta, sto aspettando questa risposta da tempo, che meraviglia!
- Suona il telefono, che palle!
- Si, mi stanno chiamando!
- Che senso a lavarsi, vestirsi, pettinarsi, se non per andare al lavoro, fosse per me vivrei in accappatoio sempre come il grande Lebowsky.
- Mi preparo un bagno con i sali, me lo merito proprio, è la mia prima coccola quotidiana e non vedo l’ora poi di vestirmi e truccarmi per uscire.
- Mi fa schifo immergere il mio corpo in questa vasca dove tutti si sono lavati, io dovevo essere speciale, non come loro, ma non ho scelta se devo lavarmi, non posso uscire in queste condizioni.
- Devo andare, ho ricevuto un invito, da un bell’uomo che ho conosciuto giorni fa, dopo una breve conversazione partita un po’ per caso, ha insistito così fermamente nel volermi rivedere, peccato non poterlo fare venire qui, sono emozionata.
- Via, andiamo, quel tipo vuole vedermi nel suo studio, non so neanche io perché ho accettato, spero solo in una piccola evasione da questa mia vita fiacca e sempre uguale.
Signora lei soffre di una rara patologia chiamata disturbo dissociativo dell’identità. Le spiego: queste identità assumono in modo ricorrente il controllo del comportamento. Non so se ha presente Dr Jekyll e Mr Hyde. In genere è presente un identità, che è quella che tutti conoscono spesso passiva, debole, dipendente, permeata da sentimenti depressivi che, in determinate condizioni, viene sostituita da una o più personalità alternative. Le consiglio di assumere questi farmaci, l’ipnosi, farsi seguire costantemente da me, vedrà che emergerà presto la sua vera identità e potrà avere una vita serena.
- Ma lei è pazzo, cosa mi dice, con chi crede di parlare?
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