11 anni fa nei giorni del G8 a Genova alcuni agenti fecero irruzione nella scuola Diaz, portarono la dentro delle bottiglie molotov e la loro violenza. Massacrarono 93 persone che dormivano, li svegliarono e li pestarono per il gusto di picchiarli, perché avevano ricevuto ordine di farlo, perché si sentivano forti, liberi e protetti. Durante quella carneficina apostrofarono le donne con appellativi come “puttana” e un po’ tutti come “zecche, merde, ecc”. Molte persone finirono al pronto soccorso, diversi medici cercarono di trattenerle ma i poliziotti irruppero anche negli ospedali per portarle via e continuare a torturarle nel reparto mobile di Bolzaneto dove vennero sottoposte a violenze fisiche e verbali, il tutto con sottofondo di Faccetta Nera e altre hits del periodo Mussoliniano. Gli assalti della polizia si erano verificati anche durante le manifestazioni, il preludio della Diaz: manganellate un po’ per tutti mentre i black block agivano indisturbati. Le prove di quello che successe a Genova furono subito evidenti e facilmente reperibili per tutti, eppure solo giovedì prossimo (dopo 11 anni) la Cassazione emetterà la sentenza verso i 25 agenti e funzionari di polizia accusati di pestaggio e arresto illegale delle 93 persone ospiti nella Diaz. Chi come me non era a Genova poteva farsi un’idea di quello che stava accadendo tramite alcuni filmati, alcuni siti e le testimonianze di amici. Ai familiari che chiedevano delle persone che improvvisamente non erano più raggiungibili la polizia non dava informazioni, figuriamoci agli stessi fermati. A Genova venne allo scoperto il fascismo militante di alcuni ambienti delle forze dell’ordine. Negli anni successivi siamo venuti a conoscenza, grazie all’ostinazione dei parenti, di altri episodi terribili di abusi e decessi causati da chi dovrebbe in realtà proteggere e tutelare la legge, ricordiamo la morte di Federico Aldrovandi, quella di Stefano Cucchi, di Aldo Bianzino e di Niki Aprile Gatti solo per citarne alcuni. Morti poiché fermati dalla polizia o morti in carcere, loro come altri di cui non si hanno notizie, di cui non si parla, di cui ancora non è stata fatta ancora chiarezza. Non so se è opportuno legare questo fascismo di ritorno che anche ieri ha sventolato i suoi simboli al Circo Massimo a Roma con questi episodi, ma non riesco a non mettere il tutto il relazione anche con quella mattina del 13 dicembre 2011 quando un simpatizzante di Casa Pound ha ucciso a Firenze Samb Modou e Diop Mour. Lo Stato italiano, al di la delle omissioni nei casi specifici, è colpevole di aver chiuso e di chiudere gli occhi quando viene infranta la Legge Scelba . Voglio ricordare il caso dell’ufficio d’immigrazione della polizia di Trieste, ribattezzato con tanto di cartello affisso alla porta “Ufficio Epurazione” dal dirigente Carlo Baffi indagato per la morte di Alina Bonar Diachuk. All’interno di quell’ufficio foto di Mussolini, in casa di Baffi sono stati poi trovati libri come il “Mein Kampf”di Adolf Hitler, “Come riconoscere e spiegare l’ebreo” e “ La difesa della razza” di Julius Evola.
Insieme alle Donne Viola e Alessandra Giraldo abbiamo deciso, a partire da oggi fino al 5 Luglio, di usare su Twitter l’hastag #GiustiziaG8, molte persone si sono unite a noi e si stanno unendo affinché si parli delle gravi violazioni accadute a Genova 11 anni fa . Vogliamo tenere presente che, anche se la Corte deciderà per la condanna dei funzionari e dei poliziotti implicati, questi non faranno un solo giorno di carcere poiché in Italia manca il riconoscimento per questo tipo di reati. Per questa ragione Amnesty International sta chiedendo al nostro paese l’introduzione del reato di tortura, l’Italia è in ritardo di 25 anni, la mancanza di questo riconoscimento implica pene non adeguate per chi si macchia di questi terribili crimini. L’esempio recente riguarda il caso dei poliziotti che la Corte di Cassazione ha riconosciuto come colpevoli dell’omicidio di Federico Aldrovandi e che sono tutt’ora in servizio. Amnesty International ha reputato i fatti del G8 come la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale, non possiamo tollerare che ci si dimentichi di Genova, facciamoci sentire affinché l’Italia faccia una scelta davvero civile.
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