Ricordo nei giorni precedenti le numerose scosse, i ripetuti allarmi dati da Gianpaolo Giuliani e le voci
che si levarono pronte a minimizzarli.
Ricordo di aver letto che quella notte passavano le auto della protezione
civile nel centro dell’Aquila che dagli altoparlanti invitavano la
popolazione a restarsene in casa.
Ricordo: L’Aquila si fermò alle 3:32 del 6 Aprile 2009.
Ricordo la casa dello studente, il cemento impastato con la
sabbia.
Ricordo: la scossa fu valutata di media entità, ma in territorio come il
nostro, dove gli affaristi ballano sulle tombe della povera gente, un paese dove
l’abuso edilizio è imperante, l’effetto di quella scossa fu di 308 morti, 1600
feriti, di cui 200 gravissimi, e circa
65.000 sfollati.
Ricordo gli infami Pierfrancesco Gagliardi e suo cognato
Francesco Piscicelli che ridevano
facendo i conti dei soldi che avrebbero incassato.
Ricordo le tendopoli ghetto e la
velocità dello stato, in combutta con i massimi vertici della protezione civile,
con cui realizzò quartieri dal nulla, l'effettiva volontà di non voler ricostruire il centro della città di fatto blindandolo alla cittadinanza.
Ricordo di come un’artista, che di occupa di satira politica, raccontò con il suo film Draquila di come sono assurdamente
regolate le funzioni della protezione civile dallo Stato, una sanguisuga che
sfrutta anche l’ordinario trasformandolo in straordinario per risucchiare i
soldi pubblici.
Ricordo le tante persone che hanno offerto il loro denaro e il
loro tempo per aiutare la popolazione
della zona. Voglio ricordare i tanti volontari che si sono recati sul posto.
Io non sono mai stata all’Aquila, ho bazzicato solo nei dintorni di quella
bellissima terra di mare e di montagne,
di orsi della Marsica e di pseudo tunnel dove i neutrini corrono sotto il Gran Sasso.
Ho conosciuto in
rete storie e persone come Barbara
Summa che ricorda sua zia portata
via dal terremoto insieme al suo paese Onna, Barbara, che nel suo libro Statale 17, racconta le storie di questo territorio straordinario.
So che L’Aquila era una città viva, piena di studenti, so
che adesso i suoi tesori storici e
artistici non solo sono stati danneggiati dal sisma ma anche, poiché
abbandonati e non protetti, dal tempo e dalle intemperie.
Vorrei che ascoltaste queste
voci, diffondiamo questo video, grazie.
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