La mia esistenza era un inferno con lui, non riuscivo a tenere in ordine niente, rovinava sempre tutto. Si presentava sempre in quel modo poco elegante e poi non capivo mai quello che voleva. Pensare che all’inizio mi faceva tenerezza con i suoi occhietti che mi comunicavano il suo tremendo bisogno di affetto, mi veniva spesso accanto accontentandosi di poco, pensavo fosse perfetto. Poi, piano piano, i suoi modi divennero più bruschi, pretendeva sempre di più , era diventato incontenibile, la sua presenza troppo ingombrante e lui non voleva sentire ragioni. Lo portai persino da un medico, e per trascinalo li, so io quanto penai. Il dottore gli prescrisse una cura che lui, ovviamente, si rifiutò di seguire, mi disse anche che certi maschi sono così e che, per quanto si sia evoluta la medicina in questi ultimi anni, con certe caratteristiche, ancora, ci si faceva ben poco. Mi suggerì inoltre di abbandonarlo ma, inizialmente, non me la sentii. Ormai era tanto tempo che stavamo insieme. All’inizio mi piacque per quel suo aspetto nordico un po’ selvaggio che si contrapponeva al colorito roseo della sua pelle, i suoi occhi azzurri e la sua peluria chiarissima ma vigorosa. La sua partecipazione era sempre mite, non mi faceva mai scenate quando non potevamo stare insieme, a quel tempo, molti provavano simpatia per lui, anche se, a volte, ho avuto il sentore che, dietro i complimenti che riceveva, si celasse un fine poco chiaro. Talvolta ho osservato alcune amiche che lo guardavano con un aria estremamente vogliosa e questo mi faceva un piacere pazzesco perché era mio e non volevo condividerlo con nessuno. Dopo qualche mese da quell’idillio le cose non furono più le stesse, lui divenne sempre più famelico e io non ero più in grado di soddisfare i suoi istinti animali, mi saltava sul letto quando volevo riposare e non voleva sentire ragioni, faceva quegli strani versi che, se ci ripenso ancora oggi, rabbrividisco. La sua apparenza candida sparì e lasciò il posto a quella che era la sua vera natura che, inconsciamente, avevo voluto ignorare.
Presa dalla disperazione cercai di escogitare dei piani per allontanarlo da me, ma ormai era diventato intrattabile e non sapevo come fare per potarlo fuori casa. Pensai a diversi metodi per farla finita, ma non volevo che rimanessero tracce. Mi rivolsi allora ad un professionista che mi procurò una Cash Special calibro 25R, aspettai che si fosse addormentato e lo freddai mirando al punto craniale eseguendo una collisione perfetta. Lo feci dissanguare raccogliendo tutti i suoi fluidi per non sporcare niente e mi misi a letto soddisfatta, finalmente avevo fatto fuori quel porco. Il giorno dopo mi sentivo un automa, cominciai a sezionarlo in tante parti, ero priva di qualsiasi senso di colpa e mi organizzai per gustarlo in vari modi, perché del maiale non si butta via niente.
2 commenti:
L'hai poi mangiato o lo conservi ancora in freezer?
di lui non c'è più traccia perché:
sono Sabrinetta e sono fatta dello stesso materiale di cui è fatta la sugna
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