“Allora signora, ci spieghi il motivo del suo gesto, perché ha ucciso brutalmente quell’uomo? Perché l’ha rapito e tenuto prigioniero per mesi? Perché non ha tenuto conto che lui potesse avere una famiglia, degli affetti … non si è resa conto che quest’uomo poteva mancare a qualcuno? Non si è resa conto del danno che ha provocato alla società privandola di un cittadino onesto e diligente sul lavoro? Perché l’ha tenuto incatenato? Perché l’ha nutrito fino a farlo soffocare nel suo vomito? Perché proprio quell'uomo?”
“Perché l’amavo, volevo che fosse mio, volevo che dipendesse da me”
“E lei signora pensava sul serio che agendo così potesse riuscire ad essere amata?”
“Le avevo provate tutte, ero sua amica, sua complice, mi sono donata nei modi in a lui piaceva, ma non era bastato..”
“Quello che sta dicendo è pazzesco, non si può uccidere per un rifiuto”
“Non è che mi rifiutava … so che mi amava in qualche modo … ma a me non bastava, io volevo essere la sua vita …”
“Ed è stata invece la sua morte … ”
“Mi creda, io non sono cattiva. Io ero stata sempre buona con lui, l’avevo assecondato su tutto, avevo modificato il mio carattere per lui, i miei pensieri, il mio corpo, ma lui non ne voleva sapere di vivere con me … più l’accontentavo più lui si allontanava …ero disperata, lo capisce?”
“Per questa ragione, per questa stupida ragione lei l’ha ucciso, se ne rende conto? Lei passerà il resto della sua vita in prigione, ne è consapevole?”
“Si, ma le dirò che ne è valsa la pena, negli ultimi giorni era diventato mansueto e affettuoso, io gli parlavo e lui mi chiamava …. sentire la sua voce, sentire il suo disperato richiamo, le sue suppliche, sentire quanto lui avesse bisogno di me mi ha reso felice … e questo a me basta”
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