Quello che è successo ieri a Roma ha ricordato a molti quei terribili momenti di guerriglia urbana durante il G8 di Genova nel 2001. Non andai a Genova per motivi familiari, ma partecipai l’anno successivo al Forum Europeo organizzato a Firenze il cui slogan era: “Un altro mondo è possibile”. Ricordo perfettamente la tensione di quei giorni, i mass media calcavano la mano con previsioni catastrofiche del tipo: “Arriveranno i black block metteranno a ferro e fuoco la città dell’arte”. Chi frequentava i centri sociali veniva messo alla stregua dei peggiori criminali di tutti i tempi. Ricordo le chiacchiere nei negozi e negli autobus di molte persone che accusavano il sindaco e il presidente della regione di completa irresponsabilità, se non follia, per aver permesso che il forum europeo si svolgesse in una città così piccola e preziosa. Molti esercenti vollero tenere i loro esercizi chiusi per paura che qualche scalmanato sfondasse le vetrine e rovinasse le loro attività. Il forum europeo si concluse con la “manifestazione contro tutte le guerre” il 9 novembre 2002, vi parteciparono circa un milione di persone. Firenze non è una città avvezza alle grandi manifestazioni, non dispone di strade larghe, né di spazi ampi come il Circo Massimo a Roma. Ricordo quella manifestazione come la più bella a cui io abbia partecipato in vita mia, c’erano persone provenienti da molti paesi, persone diversissime fra di loro, i contadini e la comunità LGBT allegramente insieme a teatranti, intellettuali, casalinghe, studenti, insomma tutte le persone che rappresentano la cittadinanza globale del pianeta. 1 Milione di persone e nessun incidente.
A Roma ieri non c’ero, ma c’erano tante persone come me, come Silvia di http://donnemigranti.wordpress.com/ che ha scritto un post che ho letto provando la stessa sensazione di un cazzotto allo stomaco dove ad un certo punto dice: Voglio credere che non ci siamo organizzati, che non ci siamo coordinati. Voglio credere che, come sempre, siamo disuniti, senza un gruppo leader, senza una vera voce resistente alla quale credere. Ma devo credere anche a quello che ho visto.
La manifestazione di ieri a Roma e nella altre città del mondo era nata dalla necessità delle persone di chiedere una società più equa che garantisca un diritto sacrosanto come il lavoro a tutti. Non riesco a non collegarla alla manifestazione del forum europeo del 2002, la mancanza di lavoro e di prospettive generano sempre violenza e guerra. Ieri mattina ero a Firenze con i Cecerolazos, insieme abbiamo manifestato il nostro dissenso, come facciamo da Gennaio, perché siamo esasperati dall’immagine che l’Italia ha all’estero per via di questo governo composto da corrotti e presidiato da un presidente del Consiglio appartenente alla P2, colluso con la mafia e perennemente travolto da scandali di vario genere. Manifestiamo perché vorremmo un paese diverso per noi, per i nostri figli, un paese più giusto e umano dove venga rispettata la nostra costituzione la quale recita nel suo primo articolo: “L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro”. A Firenze ieri non c’è stato nessun episodio spiacevole, come non ce ne sono mai stati nelle manifestazioni precedenti promosse dai “Cacerolazos, l’Italia non è un bordello”.
Credo che Firenze debba rispondere ancora una volta come 9 anni fa con una manifestazione che comprenda tutte le belle diversità di chi desidera un futuro migliore, un paese non governato da caste impegnate a proteggere il loro potere economico e non, un paese dove il lavoro sia garantito come lo studio, un paese che abbia voglia investire in innovazione e ricerca, un paese di cui essere fieri. Le persone di buona volontà ci sono e sono molte di più di quelle violente, dei malavitosi in parlamento e di chi li sostiene, facciamoci sentire: un’altra manifestazione è possibile
foto di Cristina Scimia (ieri 15/10/2011) |
Nessun commento:
Posta un commento