mercoledì 18 gennaio 2012

Pilar e la carboneria

Molti anni fa ho avuto la fortuna di assistere ad una conferenza stampa di Franco Battiato,  ricordo che un mio amico chiese al Maestro quale fosse la tattica giusta per sfondare nel mondo della musica, Battiato rispose che chi ha veramente qualcosa da dire  sicuramente trova la maniera di farsi sentire, poi, aggiunse in ultimo, dipende anche dal karma. Queste sue parole mi hanno sempre confortata e quando per curiosità  ho conosciuto la voce di Pilar mi sono detta: questa ragazza ha qualcosa da dire. Di prodotti il mercato musicale ne offre, spesso ne vomita, anche troppi, l’originalità è difficile da scovare perché ci vengono imposti modelli già conosciuti, come se non fossimo maturi per ascoltare altro, per cui per trovare voci alternative spesso si ricorre al passaparola fra amici e alle ricerche in rete seguendo filoni anche  privi di logica. Ilaria Patassini “Pilar” è una giovane bellissima donna, dotata per sua natura di un gran bel timbro e tecnicamente preparata (e anche questo dato, che dovrebbe essere scontato, spesso non lo è). Un paio di anni fa rimasi emotivamente investita da Meduse (testo suo su musica di Bungaro), già sentire qualcosa che esuli dal sole/amore/cuore e patemi vari nell’italica canzone di per sé rasenta l’innovazione, ma sentire della scoperta della bellezza e del rispetto di questa in esseri che normalmente riconduciamo a pensieri fastidiosi è stato favoloso.  Per un’altra serie di buone coincidenze la settimana scorsa sono riuscita a conoscere Ilaria e a sentirla cantare in un concerto in casa di amici di amici, organizzato da amici, riservato a una quarantina di curiosi, amici e non. Accompagnata dalla chitarra di Federico Ferrandina, entrambi senza l’uso di effetti e di alcun tipo di amplificazioni, ci hanno regalato magia condividendo con noi le loro intuizioni e emozioni.  Pilar stessa ha definito il concerto “Carbonaro”  e probabilmente ha ragione, in un mondo dove lo sfruttamento dell’ambiente dev'essere rivisto, per la salvaguardia di tutti,  anche la musica dovrebbe adeguarsi e tornare ad un suo contesto naturale diretto fra chi la propone e chi si propone di sentirla. Scegliere cosa ascoltare e come ascoltare da una parte, scegliere come fare musica e dove, unire queste esigenze e trovare modi alternativi per conoscere e farsi conoscere al di là delle imposizioni dei media e dei vari mercatini. Pilar intanto ha scelto di continuare a raccontarsi usando la sua femminilità, con le sue infinite varianti, nelle sue canzoni.  E' al suo secondo album e sicuramente ha e avrà ancora tanto da dire, un 'altra musica è possibile. 

P.S. Dal vivo la sua voce e ancora più bella 



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