venerdì 6 aprile 2012

Oggi ricordo L'Aquila


Ricordo nei giorni precedenti le numerose scosse, i ripetuti  allarmi dati da Gianpaolo Giuliani e le voci che si levarono pronte  a minimizzarli.
Ricordo di aver letto che quella notte passavano le auto della protezione civile nel centro dell’Aquila che dagli altoparlanti invitavano la popolazione a restarsene in casa.
Ricordo: L’Aquila si fermò alle 3:32 del 6 Aprile 2009.
Ricordo la casa dello studente, il cemento impastato con la sabbia.
Ricordo: la  scossa fu valutata di media entità, ma in territorio come il nostro, dove gli affaristi ballano sulle tombe della povera gente, un paese dove l’abuso edilizio è imperante, l’effetto di quella scossa fu di 308 morti, 1600 feriti,  di cui 200 gravissimi, e circa 65.000 sfollati.
Ricordo gli infami Pierfrancesco Gagliardi e suo cognato Francesco Piscicelli che ridevano  facendo i conti  dei soldi che avrebbero incassato.
Ricordo le tendopoli ghetto e la velocità dello stato, in combutta con i massimi vertici della protezione civile,  con cui realizzò quartieri dal nulla, l'effettiva volontà di non voler ricostruire il centro della città di fatto blindandolo alla cittadinanza.
Ricordo  di come  un’artista, che di occupa di satira politica,  raccontò con il suo film Draquila di come sono assurdamente regolate le funzioni della protezione civile dallo Stato, una sanguisuga che sfrutta anche l’ordinario trasformandolo in straordinario per risucchiare i soldi pubblici.
Ricordo le tante persone che hanno offerto il loro denaro e il loro tempo per  aiutare la popolazione della zona. Voglio ricordare i tanti volontari che si sono recati sul posto.
Io non sono mai stata all’Aquila,  ho bazzicato solo nei dintorni di quella bellissima terra di  mare e di montagne, di orsi della Marsica e di pseudo tunnel dove i neutrini corrono sotto il Gran Sasso. 
Ho conosciuto in rete storie e  persone come Barbara Summa  che ricorda sua zia portata via dal terremoto insieme al suo paese Onna, Barbara, che nel suo libro Statale 17,  racconta le storie di questo  territorio straordinario.
So che L’Aquila era una città viva, piena di studenti, so che adesso i suoi  tesori storici e artistici non solo sono stati danneggiati dal sisma ma anche, poiché abbandonati e non protetti, dal tempo e dalle intemperie.

Vorrei che ascoltaste queste voci, diffondiamo questo video, grazie. 



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