Grazie
ad internet, alle fonti d'informazione alternative, molte persone
sono venute più facilmente a conoscenza degli interessi
dell'occidente (Stati Uniti ed Europa) e della Russia verso le
materie prime che abbondano in quella parte del mondo. Fatti come la
morte di Rachel
Corrie (2003), uccisa da un bulldozer israeliano a Rafah mentre
protestata contro l'esercito che voleva distruggere le abitazioni dei
palestinesi, fecero in breve tempo il giro del mondo. Nel Febbraio
2011 abbiamo assistito, anche attraverso ai social network, alla
“Primavera
Araba” un movimento che ha coinvolto, oltre il Medio Oriente,
numerosi paesi nord africani che rivendicavano la mancanza di
libertà, la violazione dei diritti umani, la corruzione e le
condizioni di povertà estrema in cui vivevano la maggior parte dei
cittadini. In alcune di queste nazioni sono stati destituiti
dittatori, in molte di queste nazioni continuano le proteste e la
situazione relativa alla mancanza di generi di prima necessità è ad
oggi ancora più drammatica. I social network, forse perché
ritenuti sul momento una “novità”, erano riusciti a bucare
l'indifferenza che proviamo verso altri paesi, poi ci siamo
velocemente abituati alle notizie di guerra e di fame postate con
foto su facebook oppure riportare da qualche nostro follower in
twitter. Eppure in Siria il conflitto non si è mai arrestato, per
capire quali interessi ci siano verso questo paese basterebbe
leggere quello che riporta wikipedia.
Le stime dei deceduti in questo conflitto a partire dal Marzo 2011
fino al 2 Settembre 2012 sono 26283 di cui 18695 civili (fonte
ONDUS). Il sito Siria
Libano riporta dati impressionanti riguardo alle uccisioni delle
donne, dei bambini e il numero dei feriti e dei profughi.
Non
mi posso fare un'idea di cosa voglia dire la guerra e non solo
perché fortunatamente non l'ho vissuta e non la vivo sulla mia
pelle, la guerra non la percepisco dai telegiornali, non la ritrovo
sulla prima pagina di una testata online o cartacea, la posso
facilmente ignorare, posso continuare a non sviluppare empatia verso
le vittime. Eppure ci sono migliaia e migliaia di morti e la Siria è
molto più vicina di New York ferita l'11/09/01 di cui nessuno di noi
dimenticherà le immagini.
In
Italia, a cominciare da partiti razzisti come la Lega, molti si
lamentano dei profughi che cercano di raggiungere le nostre coste
come se queste PERSONE venissero qua in gita a far casino e non
fuggissero da situazioni di disperazione totale. A volte sono
schifata della mia indifferenza come sono schifata dell'indifferenza
e la meschinità di molti. In questi giorni mi sono ritrovata spesso
a parlare delle condizioni di molte zone del mondo e più volte ho
assistito a commenti del tipo “si loro, ma noi abbiamo Monti e le
banche, non siamo messi tanto meglio.” Penso che i siriani
farebbero volentieri a cambio con noi e credo che fino a che non ci
sforziamo di restare umani
come diceva Vittorio
Arrigoni difficilmente il mondo vivrà periodi di pace. La
visione del pianeta dovrebbe essere percepita globalmente, come si
può stare in pace chiusi dentro una fortezza se oltre c'è la
distruzione? Impossibile pensare di essere immuni ad ogni fenomeno
che accade nel nostro mondo, sarebbe come pensare che l'aria che
respiriamo sia solo la nostra e che la terra ferita non riguardi ogni
singolo abitante del pianeta.
Essere
davvero pacifisti richiede sforzo e non parlo solo delle persone che
volontariamente mettono a repentaglio la propria vita per aiutare
altre popolazioni in difficoltà. Parlo dello sforzo di comprendere
le cause che generano guerre e il lavoro che si può fare sviluppando
la saggezza per rimuoverle anche nel più piccolo conflitto, parlo di
una cultura del rispetto dei diritti umani che dovrebbe essere
diffusa e rivendicata in ogni stato, parlo di guardare un po' più in
la del nostro giardino.
Dal
salotto di casa mia posso alzarmi ed andare sul pc, fermarmi un
attimo a leggere le notizie sulla Siria, riflettere sulla Lettera
ai "pacifisti" italiani di Eva Zeidan.
Non
ho più voglia d'invecchiare sentendo la guerra in Medio Oriente come
una cosa ovvia.
foto tratta da http://www.sibialiria.org |
“Se
uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento
soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda
tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un
uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi.” Gino
Strada
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