La tua donna non è una proprietà e
poi cos'è la proprietà? Cosa possediamo in realtà se non il nostro
corpo, la nostra pancia, la nostra anima e il nostro spirito? I beni
materiali son effimeri, niente rimane immutabile, figuriamoci le
relazioni con le persone. Si cambia, è nella natura dell'universo.
Ho letto il delirante articolo di Bruno
Volpe su pontifex.roma.it e ancora una volta sento un misto fra
sconforto e rabbia. L'autore accusa le donne, poiché andrebbero in
giro vestite in modo provocante, di essere istigatrici della violenza che le
travolge. Se la prende anche con le vetrine di lingerie. Articoli del
genere sono solo un insulto poiché fanno apparire gli uomini come
predatori affamati a cui si fa annusare un piatto di carne che poi
gli si nega, come se fossero le persone fossero fatte di bassi
istinti, prive di sentimenti di umanità. Mi ha sempre dato fastidio
l'atteggiamento vittimistico di chi si difende per aver commesso un
reato, Conte definisce chi violenta una donna un mascalzone, io lo
definisco un criminale. Conosco personalmente il sentimento che ti fa
accecare davanti ai difetti delle persone, si giustifica tutto, ci si
colpevolizza, non si accetta, o non si vede, la realtà. Le persone
violente fanno leva sui sensi di colpa, neanche loro riescono a
comprendere la semplice distinzione fra il bene e il male, ma a volte
c'è chi si ferma e chiede aiuto. Ci sono associazioni come il
Centro Uomini
Maltrattanti che si prende in carico uomini autori di
comportamenti violenti. Nel carcere
di Bollate (Milano) esiste un programma per i detenuti che si
macchiano di tali reati. Il primo passo, come per ogni problema
comportamentale, è riconoscere di averlo. Ma quanti si fermano a
meditare sulle proprie azioni e perché non lo fanno? La cultura del
rispetto ci viene insegnata in famiglia e nella scuola solo se la
famiglia e gli insegnati sono predisposti a farlo. Sostengo che
sarebbe doveroso inserire nelle scuole, fin da quelle dell'infanzia,
l'educazione ai diritti umani. Chi agisce con violenza ha passato il
segno, manca del semplice buon senso, non è pazzo, non ha
semplicemente il rispetto per la vita, vive concentrato sulle proprie
frustrazioni e non vede vie di scampo se non quella di piegare chi,
secondo lui/lei lo fa soffrire. Quando penso alle persone violente mi
viene in mente una parte de la
Quinta del Sordo di Goya, quella chiamata Saturno
divora i suoi figli. Si può uscire da una mentalità violenta
come dalla situazione di vittime solo se si accetta la realtà dei
fatti e si chiede aiuto, ma è responsabilità di tutti noi creare
una società migliore, non accecata dall'avidità, dall'apparenza,
dal mito del potere. Numerosi sono i blog dove viene denunciato l'uso
del corpo delle donne come oggetto, molti sono i giornalisti
mobilitati contro il Femminicidio, c'è un lavoro immenso di tante
associazioni e di tante persone che lottano contro gli stereotipi, in
un paese come il nostro, dove siamo costantemente bombardati da
immagini che fanno apparire la donna o come una meretrice, o come una
perfetta casalinga anni '50. Siamo tutti molto più complessi degli
orrendi luoghi comuni che dicono che tanto “tutti gli uomini sono
bastardi” e che “tutte le donne sono troie”. Chi mercifica il
proprio corpo spesso lo fa perché è in condizione di schiavitù,
altri lo fanno, non perché abbiano problemi di povertà, ma solo
per avere guadagni facili e purtroppo questi personaggi, in una
società malata come la nostra, hanno una visibilità che in un paese
“normale” non gli sarebbe mai concessa. Guardate questo video:
http://www.youtube.com/watch?v=DEFcEG93150&feature=youtu.be,
personalmente queste cose mi atterriscono e mi chiedo come si possa
creare un dialogo con chi pensa sia ganzo usare il sesso per avere
cose e chi, come Conte, nega la grande tragedia del Femminicidio
usando argomentazioni che riportano la società indietro di anni
luce. Eppure non possiamo arrenderci, anche se spesso a parlare di
questi aspetti siamo fra pochi, dobbiamo insistere per le vittime,
per i nostri figli, per il futuro del nostro paese. Sforziamoci, a
partire dal nostro atteggiamento, di avere maggiore cura e rispetto
per gli altri. Io da qualche tempo sto cercando di non usare epiteti
che indichino la sessualità delle persone, se uno è stronzo è
stronzo a prescindere dal suo sesso e quello che fa con il suo corpo
non sono affari miei.
Questo anno si sta per concludere e
sono circa 120 le donne che hanno perso la vita per mano del
compagno/marito/ex. Ricordo Carmela
la ragazza di 17 anni uccisa mente cercava di proteggere sua sorella
dall'aggressione dell'ex fidanzato. Ricordo Beatrice
uccisa pochi giorni fa a Montecatini, ricordo Teresa
il cui marito ha confessato adesso l'omicidio avvenuto 22 anni fa e
non posso non pensare alla scomparsa di Roberta
di cui non si hanno più notizie da quasi un anno.
Non voglio un paese così.
illustrazione di Anarkikka http://illustrautrice.blogspot.it/ |
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