Sono
passati 22 anni dalla strage della Moby Prince accaduta la sera del
10 aprile 1991. Il presidente del Senato Pietro Grasso,
nell'anniversario dell'incidente, ha espresso al sindaco di Livorno
la volontà di fare chiarezza su questa tragedia. Ancora
oggi sembra assurdo che una nave traghetto, a pochissima distanza dal
porto di Livorno, possa aver avuto questo tipo d'incidente in cui 140
persone persero la vita in uno dei modi più terribili: arse vive. Le
circostanze di questa disgrazia, come altre nella nostra Italia dei
misteri e degli insabbiamenti, non sono mai state chiarite. Come per
Ustica la verità è rimbalzata su infiniti muri di gomma dove ogni
tanto le parole “NATO” e “basi americane” emergono. Più
volte sono state avanzate delle ipotesi in cui si addebitava la
tragedia ad un errore umano, quasi a voler cercare un qualche capro
espiatorio per mettere fine alle indagini e ai tanti dubbi. I parenti
delle vittime non hanno mai smesso di chiedere giustizia e hanno
sempre cercato di di mantenere viva la memoria, per i lori cari e per
un alto ideale di giustizia. La cronologia che segue fa parte della
cronaca dettagliata dei fatti riportati dal sito
http://www.mobyprince.it,
sito
ufficiale della "Associazione 10 Aprile - Familiari delle
vittime del Moby Prince" e questo è il loro appello in rete per
non dimenticare:
http://www.mobyprince.it/?sez=home&pag=raccolta-firme
La lettura della
successione degli avvenimenti mette i brividi e rinnova lo sgomento
di vivere in uno stato di democrazia apparente.
Cronologia della vicenda Moby Prince
A cura di
Andrea Fricano
9 Aprile 1991
18.35-
La nave traghetto “Moby Prince” della “NAVARMA Lines” arriva
a Livorno proveniente da Olbia. La nave ormeggia alla banchina
Carrara 50 dove rimarrà fino alle 22.00 del giorno seguente.
22.25-
Arriva in rada la superpetroliera italiana “Agip Abruzzo”
proveniente da Sid Chefir con 82.000 tonnellate di petrolio greggio a
bordo e da fondo all’ancora a 2.7 miglia dal fanale verde della
diga della Vegliaia (l’imboccattura Sud del porto di Livorno).
10 Aprile 1991
11.30-
Il nostromo del traghetto Ciro di Lauro, chiede di sbarcare per un
breve periodo di permesso.
20.00
-
La moglie del 2 Ufficiale di Coperta Lido Giampredoni, che si trova a
bordo del traghetto con il marito, cena con gli ufficiali di bordo e
poi si reca in plancia di comando dove nota il radar in funzione ed
il marito che si sofferma ad osservarlo. Poco dopo cominciano le
operazioni di imbarco di passeggeri ed autoveicoli al seguito.
21.45
-
Imbarca sulla “Moby Prince” il pilota del porto, comandante
Federico Sgherri, per effettuare insieme al comandante Ugo Chessa, la
manovra di disormeggio e di partenza dal porto toscano.
22.03
-
Il comando nave, dopo aver ricevuto per radio la conferma della
chiusura del portellone di poppa del garage, chiede i comandi alle
macchine e inizia così la manovra di disormeggio. Inizia la
traversata numero 19 della stagione.
22.12
-
L’attenzione sul ponte di comando della “Moby Prince” quella
sera è massima perché è previsto un incrocio proprio
all’imboccatura con un mercantile in entrata, l’ “Atlantic
Horizon”. Le due navi sfilano regolarmente all’altezza della boa
verde. Terminato l’incrocio, il pilota Federico Sgherri saluta come
ogni sera, con una stretta di mano il comandante Chessa e tutto il
comando nave della “Moby Prince” e accompagnato dal giovanotto di
coperta Giovanni d’Antonio, attraversa il traghetto per raggiungere
il garage da dove lascerà la nave. A bordo, tutto è tranquillo e
regolare, vede passeggeri all’ufficio commissario che chiedono una
cabina e alcuni giovani che sistemano il sacco a pelo per la notte.
22.14
-
L’avvisatore marittimo del porto di Livorno, Romeo Ricci, dalla sua
torre di controllo, si vede sfilare davanti il traghetto e sul suo
registro segnala l’ora di uscita dal porto di Livorno. Sono le
22.14 e Ricci indica anche la direzione presa dal traghetto, 225°,
la rotta per Capraia, la rotta iniziale abituale che fa ogni nave che
da Livorno vuole raggiungere la Sardegna. In quegli stessi istanti,
alle 22.14.33, sia il Ricci che il pilota Sgherri dalla pilotina,
sentono sul canale 16 VHF(il canale internazionale di chiamata e di
soccorso in mare)il 1 ufficiale del traghetto Giuseppe Sciacca
chiamare la Capitaneria di Porto per comunicare i dati di partenza.
22.15.1
-
Il “Moby Prince” ripete più volte la chiamata “Compamare
Livorno, Compamare Livorno, Moby Prince”fin
quando dalla Capitaneria (Compamare) risponde uno dei marinai di
guardia alle 22.15.3 “Chi
chiama Compamare Livorno?” – “Buonasera Moby Prince, Moby
Prince” – “Avanti Moby Prince canale 13” – “Tredici”.
E’ l’ultima parola incisa sul nastro di Livorno Radio dal 1
ufficiale Sciacca. Da notare che nessuno sapeva quella sera di essere
registrato, alla stazione radiocostiera di Livorno Radio PT era in
corso un progetto sperimentale che registrava il canale 16 24 ore su
24. In quella occasione, sul canale di lavoro, il Moby Prince
comunica di aver lasciato Livorno con a bordo 66 marittimi, 75
passeggeri e 31 autoveicoli. Così almeno, ha riferito in seguito,
l’Autorità Marittima.
Sempre alle 22.15, il mozzo del traghetto, Alessio Bertrand, dichiara di aver portato sul ponte dei panini per il personale di plancia, lì vi trova il comandante, il 1 ufficiale ed il timoniere. Tutto è regolare.
Sempre alle 22.15, il mozzo del traghetto, Alessio Bertrand, dichiara di aver portato sul ponte dei panini per il personale di plancia, lì vi trova il comandante, il 1 ufficiale ed il timoniere. Tutto è regolare.
22.10
e minuti seguenti: a
Livorno la sera è particolarmente bella e parecchie persone ne
approfittano per una passeggiata sui vari lungomare della città, o
per una battuta di pesca sugli scogli. Ad un certo punto,
l’attenzione di molti, viene attratta da qualcosa di strano che
accade in rada. Improvvisamente la nave che è ancorata più a sud di
tutte le altre (che poi si scoprirà essere la “Agip Abruzzo”)
viene interessata da uno strano fenomeno. Due ufficiali della
Accademia Navale di Livorno assistono alla scena, Paolo Thermes e
Roger Olivieri, vedono che la nave comincia ad essere avvolta da uno
strano fenomeno nebuloso e poi d’improvviso le luci di bordo si
spengono tutte di colpo ad eccezione di strani bagliori
giallo-rossastri e di sporadiche luci arancioni sicuramente non
identificabili come luci di bordo, tutte concentrate nella zona del
castello di poppa della petroliera.
A qualche chilometro di distanza dai due, anche il pescatore dilettante Maurizio Teodori nota quanto sta accadendo insieme a sua moglie. I due vedono che le dopo la scomparsa delle luci della nave cisterna, un bagliore di colore rosso-arancio si concentra su un punto preciso. Il pescatore Antonio De Luca nota “…alone rossastro circondato da una nube densa che ho ritenuto fosse fumo” poi vede la visibilità venir meno e nell’aria si espande un forte odore di nafta. Lo stesso spettacolo che descrivono i pescatori presenti in località Tre Ponti che parlano di aloni, bagliori, fumo e boati oltre che forte odore di nafta che si espande nell’aria. Mentre a Sud sta accadendo qualcosa, tutti notano alle 22.14, una grossa nave passeggeri illuminata che sta uscendo dal porto. E’ la “Moby Prince” che sta doppiando la diga della Vegliaia e terminando le manovre d’uscita.
A qualche chilometro di distanza dai due, anche il pescatore dilettante Maurizio Teodori nota quanto sta accadendo insieme a sua moglie. I due vedono che le dopo la scomparsa delle luci della nave cisterna, un bagliore di colore rosso-arancio si concentra su un punto preciso. Il pescatore Antonio De Luca nota “…alone rossastro circondato da una nube densa che ho ritenuto fosse fumo” poi vede la visibilità venir meno e nell’aria si espande un forte odore di nafta. Lo stesso spettacolo che descrivono i pescatori presenti in località Tre Ponti che parlano di aloni, bagliori, fumo e boati oltre che forte odore di nafta che si espande nell’aria. Mentre a Sud sta accadendo qualcosa, tutti notano alle 22.14, una grossa nave passeggeri illuminata che sta uscendo dal porto. E’ la “Moby Prince” che sta doppiando la diga della Vegliaia e terminando le manovre d’uscita.
22.20
-
Sul canale 16 viene registrato una frase apparentemente monca o priva
di particolare significato:“The
passenger ship…the passenger ship”.
Qualcuno in inglese dice:“La
nave passeggeri, la nave passeggeri”.
L’unica nave passeggeri in zona è la “Moby Prince”.
22.22.20-
Il marconista del traghetto, Giovanni Battista Campus, chiama Livorno
Radio PT per effettuare una chiamata telefonica ad un
fornitore:“Livorno
Livorno Radio, Moby Prince, Moby Prince”.
Campus è reduce da una brutta avventura a lieto fine, solo quattro
mesi prima (dicembre 1990) si è salvato dal naufragio del traghetto
portacontenitori “Rosso”.
22.23.14-“Livorno
Radio Livorno Radio da Moby Prince, Moby Prince”–
Campus ripete la chiamata ma a differenza di prima, il segnale arriva
debolissimo. Questa volta però, Livorno Radio risponde con
l’operatore Giancarlo Savelli ma segnala alla nave
l’inconveniente:“Oh
Moby Prince da Livorno, proviamo canale 61 ma ti sento debolissimo
eh” – “Sei Uno vado”è
la risposta di Campus. Sul canale di lavoro, a detta di Savelli, il
“Moby Prince” si sente leggermente meglio ma la comunicazione con
il fornitore non ha esito.
22.25.03
-
Mentre Campus si sta congedando da Livorno Radio, un’altra strana
frase viene registrata sul canale 16 ed attira l’attenzione. Una
voce stupita, dice in italiano: “Chi
è quella nave la?” poi
dopo nulla. A due miglia e mezzo dal porto di Livorno, sta avvenendo
la più grave tragedia della marineria italiana in tempo di pace. Il
Moby Prince sta speronando la superpetroliera italiana “Agip
Abruzzo”.
22.25.27-
L’ufficiale radio del traghetto lancia immediatamente un drammatico
SOS: “Mayday
Mayday MAyday, Moby Prince Moby Prince, Mayday Mayday Mayday Moby
Prince, siamo in collisione…”–
poi un disturbo copre le parole di Campus ma dopo qualche secondo si
riesce ancora ad ascoltare –“
… siamo in collisione prendiamo fuoco!Mayday Mayd…”e
bruscamente si perde la voce che ad ogni parola stava diventando
sempre più concitata.
Nessuno
si accorge del drammatico appello, o almeno, nessuno risponde.
22.26.09e
minuti seguenti: una voce concitata irrompe sul canale 16, è la voce
del comandante della “Agip Abruzzo” Renato Superina: “Capitaneria
di Porto…Capitaneria Capitaneria…Capitaneria!” – “Capitaneria
di Porto di Livorno avanti pure sul canale 13” - “Qui è la “Agip
Abruzzo!”.
Interviene
anche l’Avvisatore Marittimo Romeo Ricci “Attenzione
Compamare Compamare Livorno Avvisatore” – “Avanti Avvisatore
canale 10” – “Dieci dieci”–
e poi torna perentoria la voce dalla petroliera “Capitaneria
Agip Abruzzo!!!”.
A rispondere a Superina è Genova Radio: “Agip
Abruzzo da Genova Radio” – “Siamo incendiati, siamo incendiati,
c’è venuta una nave addosso!!!Presto presto elicotteri,
qualcheduno!!!”.
Sono le 22.27.21.
Sui
cieli toscani il volo Alitalia Roma-Pisa AZ1102 passa sulla verticale
dell’incendio e lo segnala alla Torre di controllo di Pisa,
l’armatore Nello d’Alesio che stava guardando il mare dalla
terrazza di casa sua, avvisa il vicino di casa Tito Neri, armatore
dei rimorchiatori, che qualcosa di grosso è successo in rada. Neri
fa preparare gli equipaggi per uscire in mare ma nei momenti
successivi la collisione è la confusione a farla da padrone come
testimoniano alcune comunicazioni sul canale 16 tra la petroliera e
le altre stazioni:“Compamare
Compamare Livorno Compamare Livorno da Agip Abruzzo incendio a bordo
incendio a bordo!” - “Agip Abruzzo da Compamare Livorno cambio!”
- “Incendio a bordo da Agip Abruzzo incendio a bordo chiediamo
subito assistenza!” - “Dove vi trovate voi che chiamate incendio
a bordo qui è Compamare Viareggio cambio” - “In rada in rada a
Livorno in rada a Livorno in rada a Livorno, Livorno ci vede e ci
vede con gli occhi! Incendio a bordo!”poi
un’altra stazione radio, probabilmente la “Agip Napoli”,
un’altra petroliera della Snam presente in rada:“Che
fai Livorno dormi!!!” - “Compamare Livorno Compamare Livorno!!!”
le
voci affannate e concitate da bordo della nave-cisterna con Livorno
che rispose:“Ricevuto
Agip Abruzzo siamo già informati e stiamo provvedendo” -
“Compamare Livorno Agip Napoli, la Abruzzo si è incendiata
probabilmente ha la nave in collisione che gli è andata addosso ed è
in rada a Livorno, bisogna fare uscire immediatamente i mezzi
antincendio!”.
I
minuti passano e da bordo della petroliera nessuno si spiega come
mai, a così breve distanza dal porto, nessuno sia ancora arrivato al
capezzale della loro nave, il marconista Imperio Recanatini alle
22.48.19 perde la pazienza e parlando con i Vigili del fuoco
dice:“Mah…Eh….Vigili
del Fuoco non lo vedete l’incendio?!? Non lo vedete!!!C’è nebbia
non lo so!!!Noi eravamo all’ancora, all’ancora al massimo un
miglio e mezzo, due miglia, dall’entrata del porto di Livorno!!!”.
Sui
chilometri di lungomare che attraversano la città di Livorno
intanto, folle di curiosi cercano di capire cosa sta accadendo in
mare. Tra loro la signora Marcella Bini e la figlia Giulia Campi che
all’improvviso vedono apparire sopra l’incendio quello che loro
sono sicurissime essere un elicottero che volteggia sulle navi in
fiamme e che poi complice il fumo che incomincia ad avvolgere la
zona, scompare improvvisamente. E come loro, vedono l’elicottero
anche il marinaio di guardia dell’Accademia Navale Massimo Vernace
e l’Avvisatore Marittimo Romeo Ricci.
22.49.39-
L’ennesima strana comunicazione che caratterizza il canale 16 in
quella strana notte a Livorno, questa è sicuramente la più
interessante:“This
is Theresa, this is theresa to ship one in Livorno Ancorage, I am
moving out I am moving out, breaking station!”–
che tradotto significa “Questa
è Theresa, questa è Theresa a Nave Uno in rada a Livorno, sto
andando via, sto andando via, passo e chiudo”.
Chi è Theresa? Chi è Nave Uno? Chi è che sente il bisogno di
comunicare in codice?
Il Moby Prince
dopo la collisione, forse per via di una manovra della petroliera, si
stacca dalla “Agip Abruzzo” comincia i suoi tragici giri, andando
alla deriva in fiamme
(segue sul sito http://www.mobyprince.it)
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