giovedì 28 ottobre 2010

RESET

Ci guardavamo come se fossimo due estranei,  c’era solo un freddo imbarazzo e in me  voglia di fuggire..
Non ho mai tenuto un  album di fotografie, non sono legata a nessun ricordo, mi circondo di cose utili al momento,  odio le rievocazioni.
Lui mi guardava e continuava a chiedere e chiedere,  pesavano le sue parole come sassi nel mio stomaco.
Il mio livello di sopportazione  era ormai andato fuori ogni limite,  volevo mettermi solo  in stand by , ma lui mi trapanava con le sue domande tipo: “Come facciamo per la casa, l’auto,i mobili che abbiamo comprato insieme nei nostri sabati pomeriggio all’Ikea?”


Non sono mai andata ad una cena di classe, che me ne frega di ricordare chi ero? Io so chi sono adesso in questo momento, non so cosa sarò domani e anche di questo non me ne frega  un cazzo.
Solo che  una volta mi avevano fregato, lui mi aveva fregato, mi aveva fatto credere nel futuro e mi aveva  fatto costruire una vita dipendente.
Poi il castello era crollato,  l’euforia finita, lo spazio e l’aria  cominciavano a mancare, le sue qualità mi urtavano il sistema nervoso, i suoi difetti mi davano la nausea e credo sia stata la stessa cosa per lui.
Non ci si attacca alle memorie, non le possiamo toccare usare e servirsene in termini pratici  per costruire un’esistenza di lavoro, cibo e sonno perché è solo questo che voglio, una vita  vuota, priva di sentimento, almeno non ci sono inganni ne illusioni.
Lui continuava a reclamare cose, io gli ho lasciato tutto, niente m’interessava purché stesse zitto
Adesso le persone chiedono il perché e giudicano, trovano formule e consigli mai chiesti , mi sento violentata ma non voglio crollare,  non rivedrò più lui ne la casa ne le cose, sparisco per un po’  e anche questo periodo sarà cancellato con il resto.

1 commento:

AdrianaMeis ha detto...

io invece ho costruito una vita, 25 lunghi anni, sulla memoria, convinta del fatto che solo la memoria potesse aiutarmi a vivere bene il presente...invece, oggi, vorrei solo il tasto reset e dimenticarmi di ciò che sono stata in alcuni momenti, semplicemente per non provare un senso forte di vergogna.