Basta, oggi ho deciso: lo mollo!
Non ne posso più di trovarmelo fra i piedi continuamente, i suoi mielosi messaggini che mi arrivano di continuo, tutte le sue attenzioni mai richieste, tutti i suoi inviti a cena, a teatro, ai concerti. Ho la casa che pare una mini sezione del cimitero monumentale di San Miniato tanto è riempita di fiori. Mi chiama con mille vezzeggiativi: tesorina, amorino mio, tenerosa, dolce pallina fruttata, cioccolatina mia prelibata, insomma roba da coma diabetico irreversibile. Da quando ci siamo conosciuti non mi ha dato tregua, mi ha vomitato addosso una sequela di complimenti, mi ha fatto regali di ogni tipo, ha voluto conoscere la mia famiglia, ha voluto farmi conoscere la sua. Mi ha presentata a tutti i suoi amici come fossi la principessa dei sogni della Disney, mi ha sempre consolato quando avevo problemi o attacchi di saudade coatta. Si segna sulla sua agendina ogni nostro anniversario: il nostro primo incontro, la nostra prima uscita, la prima cena, il primo cinema insieme, la prima volta che abbiamo fatto l’amore ecc, mai manca di farmi un presente per queste ricorrenze. Aiuto, mi manca l’aria con lui, mi sento soffocare, ma sono risoluta, so che gli darò un colpo mortale ma non posso continuare così, rivoglio la mia libertà! Voglio decidere da sola che film vedere, dove andare a mangiare, dove passare le feste, dove andare in vacanza e quant’altro.
Aspetto che arrivi da me e ci parlo, cercherò di fargli capire che in fondo non siamo fatti l’una per l’altro, che abbiamo caratteri diversi, che io sono troppo indipendente, che per lui ci vorrebbe una donna più dolce che ricambi con affetto la sua straordinaria sensibilità. Una donna da portare il sabato all’Ikea come lui sogna di poter fare con me, una donna da centro commerciale, una con cui decidere che tendine mettere in cucina e quale tipo di divano stia meglio in salotto, una che ami cucinare, una fan di Antonella Clerici, una che si commuove ascoltando Laura Pausini. Io non posso essere così, ma lui dice che le nostre differenze ci completano. I miei nervi stanno cedendo e se la prossima volta che siamo in macchina rimette il cd di Tiziano Ferro giuro che potrei picchiarlo selvaggiamente. Devo essere forte e non cedere davanti ai suoi occhioni pieni d’amore, non mi devo far commuovere, non mi devo far toccare che poi finisce che ci faccio sesso ed è un guaio, anche perché nella sua infinita dolcezza il ragazzo è notevolmente equipaggiato e anche la durata è abbondantemente sopra la media e poi sa fare certe cose che…è meglio che non ci pensi, ho deciso e basta. Mi sono studiata le mosse e le risposte alle sue contromosse, sono pronta.
Ecco il solito messaggino: “Patatina mia zuccherosa, mi apri la porta?” E che cazzo! Ma usare il campanello come tutti no? Ci siamo, mi sorride con quello sguardo da gatto di Shrek, lo faccio entrare e gli dico di sedersi che devo parlargli, lui non dice niente e tira fuori, dalla tasca, una scatolina rossa. Io dico che la vedrò dopo, lui mi risponde che gli posso dire tutto quello che voglio ma che prima devo aprire il suo regalino, cedo tanto poi so come dargli il colpo di grazia. Apro e che vedo? Un solitario e sento la sua voce che mi chiede di sposarlo, e che faccio io? Gli dico di si, mica sono scema!
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