Ho visto Nina volare
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Marc Chagall |
La ricordo con un vestito bianco di tulle, con i capelli rossi e lisci, le lentiggini e gli occhi a mandorla celesti. Ricordo che i suoi vivevano in America, che erano separati, che il suo babbo era russo (e questa era una cosa davvero particolare nella mia infanzia di guerra fredda) e la sua mamma giapponese. Aveva un fratello che era proprio giapponese se lo vedevi che si chiamava Dimitri. Nina era bella, almeno per me lo era, forse perché era diversa da qualsiasi bambina avessi mai visto prima. Viveva vicino alla nostra scuola in campagna con una signorina con i sandali e i calzini di nome Jenny che ci preparava merende con il pane integrale, il burro e il prosciutto cotto e da bere ci dava il the con il latte. Nina era con me alla scuola delle Rose dalle suore, non ricordo se andava bene o male, ma ricordo che aveva una borsa blu al posto della cartella, che aveva un gatto grigio e che ad un certo punto è sparita e nessuno ha più avuto notizie di lei e forse è volata davvero via come la Nina di Faber. E’ da questa mattina che mi ronzano in testa le parole mastica e sputa forse per un involontario input venuto dall’amico fragile, forse perché oggi è impossibile non pensare al fango, all’acqua scura che ha travolto Genova e pensando a Genova è impossibile non pensare a Fabrizio De Andrè. Mastica e sputa da una parte il miele, mastica e sputa dall’altra la cera c’è tutto lo scorrere della vita che come l’acqua a volte è devastante ma c’è anche Nina nel giardino della scuola che vola con il grembiule bianco su quell’altalena con il sedile che mi ricordava un elmetto da guerra con i buchi. Non ricordo le corde ma le catene che cigolavano e io che volevo volare via oltre la rete di recinzione, specie a Maggio quando ci costringevano a pregare nella cappella e non ci facevano stare fuori su quell’erba profumata e i nuovi colori. Mastica e sputa oggi mi sento incerta, forse più del solito ma ho stampato negli occhi della memoria quel vestito bianco che Nina si mise per la recita della scuola. Mastica e sputa è agghiacciante pensare che siamo in mano ad un potere che si nutre dei veleni di avidità, collera e stupidità, che oggi si muore ancora per cause largamente previste, per la superficialità di chi abbiamo eletto ad amministrare le nostre vite. Mastica e sputa chissà dov’è Nina, cosa fa, che donna è diventata e se ancora sale su qualche altalena. Mastica e sputa la vita continua e passerà anche questo fango perché è naturale che tutto abbia un inizio e una fine e sento nell'aria, nonostante tutto, una gran voglia di pulizia. Mastica e sputa oggi ricordo Nina volare.
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