martedì 24 gennaio 2012

Allende, le calze e l'orto del vicino

Il Cile è una lunga striscia di terra fra le Ande e l’Oceano Pacifico. Si fa presto a bloccare un paese così.  In settembre si fermarono i camion, niente più merci. Scioperarono i taxi, gli autobus e i padroncini, poi fu  la volta del “paro de octubre” lo sciopero della borghesia: impiegati, negozianti, proprietari di aziende ricorsero alla serrata per bloccare il paese. Il Presidente Salvador Allende osò nazionalizzare il rame, gli States e i Cileni, che si erano arricchiti sfruttando questo patrimonio, non potevano certo permettersi la perdita dei loro introiti e si dettero da fare, insieme ai generali, per  sopprimere quel sogno socialista e gettare la nazione  in una sanguinosa dittatura. Dal 1973 fino all'uscita di scena di Pinochet 3000 oppositori politici vennero giustiziati, 130.000 incarcerati in maniera arbitraria, moltissime donne vennero stuprate dai militari, innumerevoli furono le violazioni dei diritti umani, massacri, eccidi, voli della morte, desaparecidos di cui ancora oggi non si hanno notizie. La destra che volle riportare il paese all’ordine riuscì a trionfare uccidendo il sogno cileno di una trasformazione socialista senza l’uso della violenza. Il Presidente, prima di suicidarsi, lanciò a Radio Magallanes  il suo ultimo appello, se non l’avete mai sentito o letto vi consiglio di cuore di farlo. Salvador Allende fu un vero politico che mise la sua vita a servizio del paese, della parte onesta della sua popolazione. Nunca Chile se vio tan  lindo, mai il Cile è stato così bello come ai tempi di Salvador Allende e Victor Jara. Le proteste di questi giorni dei tassisti e dei camionisti qua in Italia mi hanno riportato alla mente il prologo del golpe cileno dell’11 settembre 1973, Monti è lontano anni luce da Allende, ma questi scioperi, questa difesa ad oltranza di varie categorie mi puzza come puzzava il paro de octubre. Ognuno difende ringhiando la propria specie, il bene comune non è neanche messo in discussione,  non è cosa su cui lottare, su cui unirsi. Invece la licenza di un tassista pagata a caro prezzo è roba da preservare a tutti i costi anche se non è “normale”  sborsare centinaia di migliaia di euro per averla come non è “normale” non poter fare un determinato mestiere  perché non si rientra in una specifica casta.  I camionisti stanno facendo un gran casino, eppure l’aumento dei carburanti avveniva costantemente anche durante il precedente governo che negava con ostinazione la crisi  raccontando barzellette e minchiate varie. Il prossimo 12 Marzo  239 lavoratrici della OMSA di Faenza verranno licenziate  dopo un periodo di cassa integrazione perché i loro donatori di lavoro hanno pensato bene di spostare la produzione altrove, dove gli è più conveniente. Ancora oggi continua la protesta dei lavoratori dei Treni della notte vittime, insieme ai pendolari, di un sistema che favorisce strategicamente la malapolitica. Questi fatti fanno meno notizia, i media preferiscono sempre il sensazionalismo dei grossi tir che, come mastini feroci,  mostrano i denti. I mass media nazionali non  fanno accenno all'assurdità, nel 2012, del trasporto di merci su gomma, di acqua che dal nord va al sud e viceversa. Il consumo di prodotti a chilometri zero  rimane a pannaggio di un ristretto gruppo di persone nonostante sia  sempre più necessario preservare l’ambiente e solidarizzare con i piccoli produttori. Il  futuro, se si vuole sopravvivere insieme al pianeta, è questo: rispetto e solidarietà. La OMSA sposta la sua produzione e la rete risponde con un tam tam  e l’appello lanciato da Laboratorio Sguardi Sui Generis per un’azione congiunta in tutte le città d’Italia. Non avrà certo la risonanza dei grossi tir che bloccano la nostra penisola, ma boicottare una ditta di calze, portare solidarietà ai lavoratori del binario 21, preferire l’acquisto di generi a KM zero sono scelte che possiamo fare perché il bene comune è sempre il bene di tutti, non porta alle rovinose paludi dell’egoismo ed è il miglior investimento che si possa fare per il nostro futuro e per il futuro delle prossime generazioni. Allende è un eroe senza tempo,un sogno, qualcosa a cui ispirarsi ancora oggi per preservare la dignità di una terra e dei suoi lavoratori. 

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