venerdì 20 aprile 2012

#Noviolenza RESPECT

L'AIED (Associazione Italiana per la Crescita Demografica) ha lanciato l'iniziativa No violenza, contro lo stalking, il femminicidio e tutte le forme di violenza per le donne. L'inizativa è partita il 16 e terminerà il 29 aprile, oggi su questo tema si svolge un blogging day. Per questa ragione voglio parlarvi di una donna, di un'artista immensa e della sua canzone che divenne un inno per i movimenti femministi e per i diritti civili: RESPECT. Aretha Franklin, una delle voci per cui ringrazio la mia esistenza di vivere in questa epoca e di poter godere di tale meraviglia, riprese questo brano di Othis Redding nel 1967. La sua voce pazzesca, la sua determinazione fecero in modo di trasformare una semplice canzone in una decisa richiesta di rispetto. Non c'è un grido e neanche un canto lamentoso è risolutezza assoluta.
Nell'inciso:
R-E-S-P-E-C-T 
Find out what it means to me
R-E-S-P-E-C-T
Take care, TCB

R-I-S-P-E-T-T-O
scopri cosa significa per me
R-I-S-P-E-T-T-O
prenditi cura, TCB (=take care of business=prenditi cura degli affari)
Aretha stende tutti rimettendo i puntini sulle i e ci spiazza con il suo immenso orgoglio di donna afroamericana. 
L'arte è patrimonio dell'umanità, la musica arriva, invade, un libro te lo devi andare a cercare, un quadro devi andarlo a vedere, invece una canzone può raggiungerti in qualsiasi momento, la veicoli facilmente, la musica è sempre stata a fianco di Martin Luther King nelle sue marce. Donne come Aretha Franklin, Miriam Makeba, Joan Baez e Mercedes Sosa con le loro canzoni  hanno smosso le coscienze contribuendo all'evoluzione dei diritti umani in tutto il mondo. Possiamo parlare, fare denuncia e informazione tramite l'arte in ogni sua forma perché quando viene usata la creatività il messaggio arriva anche a chi non vuole sentire proprio perché colpisce sul piano emotivo. Questa è un'ottima strada What you want baby I got! 


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