Oggi,
dopo l’ennesima lettura di commenti volutamente tesi a smontare la verità sugli
omicidi delle donne, ho scritto a Il Fatto Quotidiano: “Ma vi siete accorti che
sotto ogni articolo che parla di donne, che siano uccise o che vincano un
Nobel, ci sono sempre i soliti commentatori a propinare il loro deliri intrisi
di misoginia? Fra l'altro spesso sono i soliti che commentano sulla falsa
pagina di facebook "No alla violenza sulle donne". Lasciare uno
spazio commenti sotto i vostri articoli è per loro un'occasione ghiotta di
veicolare il proprio odio. Non perdono tempo, sono talmente veloci nello
scrivere un commento che la cosa si fa davvero sospetta. Come nel caso del
vostro articolo sul libro di Riccardo Iacona “Se questi sono uomini. Italia
2012 indagine sul femminicidio”, ancora non era uscito e già fioccavano
commenti volti a propinare menzogne contro gli argomenti riportati nel libro
(anche se nessuno l’aveva letto). Renderò pubblica questa mia lettera, è
importante che prendiate una decisione in merito per non fomentare, anche
indirettamente, questa cultura di odio verso le donne. Grazie”
Ieri
è stata uccisa una ragazza di 17 anni,
con lei sono 110 i femminicidi dall’inizio dell’anno. Luisa Betti in
questo articolo su ilmanifesto.it, di cui vi
consiglio vivamente la lettura, espone la questione sulle responsabilità delle
Istituzioni. V’invito inoltre a riflettere su come viene trattato l’argomento
dai media attraverso la lettera
aperta a Mario Calabresi su come vengono date sul suo giornale le notizie dei
femminicidi scritta da Michela Murgia. Altro consiglio di lettura che vi
suggerisco è l’indagine di Debora Attanasio su Marie Claire: Profili
Inquietanti Indagine shock: siti trappola rivelano la loro misogina online.
Mi
hanno insegnato che il karma si crea con pensieri, parole e azioni, la legge di
causa effetto è precisa come, purtroppo, lo è anche l’effetto della propaganda
quando questa si nutre di sentimenti di odio. Hannah Arendt diceva che il
male può ricoprire il mondo intero e devastarlo perché si diffonde come un
fungo sulla sua superficie.
Ieri su twitter circa 10.000 persone “ridendo e
scherzando” hanno twittato usando #letroiedellamiacittà come hastag. Nei loro
tweet si leggevano un sacco d’idiozie rivolte a ragazze (donne e ragazzine)
dove si sottolineavano aspetti come il trucco più o meno pesante, in che modo una
ragazza si vesta o quali siano le sue abitudini sessuali, il tutto in un
crescendo d’insensatezze e cattiverie, come se queste cose avessero, in qualche
modo, il potere di influenzare o limitare la libertà altrui. Credo che fino a che non ci
libereremo dagli stereotipi e dai luoghi comuni lesivi della rispettabilità delle donne non potremmo fare passi avanti, come
non potremmo fare passi avanti se non si crea una cultura del rispetto e
scrivere anche solo su twitter cattiverie rivolte verso le donne non ci fa
certo progredire in questa direzione.
Per quante responsabilità abbiano nei confronti
della violenza le Istituzioni e i media, nel diffondere volutamente in modo
distorto alcune notizie, è nostra responsabilità elevarsi al di sopra del
vortice dell’imbecillità e condannare e contrastare anche con le nostre parole
comportamenti lesivi verso la dignità delle persone.
Hannah Arendt proseguiva dicendo: “Il male è una
sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo,
tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s'interessa al male
viene frustrato, perché non c'è nulla.”
La
risoluzione ai problemi della violenza è certamente complessa e non ho
assolutamente indicazioni e suggerimenti personali in merito se non quello di pensare,
parlare e agire per creare una tendenza diversa.
1 commento:
C'é ancora una cultura medievale nella testolina degli umanoidi che pervade ogni aspetto della società. Si gioca ancora a chi ce l'ha più grosso alla donna come oggetto da possedere da usare da sfogare ai bambini usati come giocattoli per riempire il vuoto dei alcune vite agli animali allevati solo per cibarsene e ... non si finisce più!
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