Le sue gambe si allungavano distrattamente sotto il tavolo, indossava un aria annoiata in contrasto al suo vestito rosso di pailletts, non mangiava quasi niente e quel poco lo frantumava in tantissimi pezzettini che portava alla sua bocca lentamente. Sorseggiava un vino rosso come le sue labbra e non distaccava ma i suoi occhi dal signore che era al tavolo con lei. Non credo di avere mai visto una donna così bella, sembrava un attrice di cui non ricordavo il nome, aveva capelli neri che le scendevano lungo le spalle scoperte, la sua pelle sembrava fatta di porcellana, era dotata di lineamenti fini e fieri, perfetti. Parlava poco ma riuscivo a percepire il suo tono basso e caldo, nella mia mente la vedevo come una Greta Garbo moderna. Mi ero fatta i soliti film nella mia testa, immaginavo lei come un amante ormai priva di passione che per chissà quale motivo non riusciva a distaccarsi ancora da quell’uomo, oppure la figuravo come una escort di alto profilo, una che nemmeno poi la dava via , una vera accompagnatrice che decorava con la sua presenza il cliente di turno. Poi la vedevo come una donna di affari dell’industria della moda o comunque dell’immagine, ma non riuscivo, assolutamente, a figurarmela come moglie di qualcuno, amante si, di uomini o di donne indistintamente.
Chiunque fosse ero convinta che poteva essere solo una ottima professionista nel suo campo. Un po’ ho sempre invidiato le bellezze che reputavo algide, lei m’incantava, un corpo perfetto, vero, le sue movenze erano eleganti, pur indossando un abito vistoso non c’era niente di volgare in lei. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
Erano arrivati tardi, si erano accomodati nel posto vicino alla vetrata, lui aveva ordinato piatti sostanziosi, da vero macho pensavo io, lei solo della carne al sangue che avrebbe lasciato in buona parte nel piatto. Quell’uomo, pur avendo una bella presenza ,mi appariva così sciatto accanto a lei, era ben vestito, portava un anello d’oro al mignolo, da come parlava sembra un industriale del nord, mentre lei la trovavo prima di qualsiasi inflessione dialettale. Erano rimasti a sedere a lungo, anche quando avevano finito di mangiare, erano rimasti a bere un brandy di annata che sarà costato più di metà del mio stipendio.
Mi accorgevo che l’uomo, che valutavo in principio come un tipo freddo, si stava via via eccitando , lei inizialmente rimaneva con lo stesso sguardo dritto e fiero negli occhi di lui, accennava solo raramente ad un sorriso, sempre piuttosto distaccato. Lui pareva sotto incantesimo , forse lei era una fata, di sicuro una donna non comune. L’uomo si sforzava di apparire affabile e galante, lei non concedeva niente più che quel sorriso appena abbozzato, solo che a un certo punto i suoi occhi cominciarono a mutare: s’illuminarono di una luce straordinaria. Credo che anche lui se ne fosse accorto e a quel punto si sentisse completamente perso di passione per quella creatura.
Fu in quel momento che lei estrasse la pistola e lo freddò.
2 commenti:
sarà un commento banale ma sei bravissima sabri, è un piacere leggere i tuoi racconti, bacio
macché banale, io ti ringrazio di cuore!
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