Vincent Van Gogh Notte Stellata 1889 |
Momenti di buio che mi avvolge e mi preme dentro o di luce che mi trapassa da parte a parte.
Crescita, le radici si piantano sempre più in basso, io sono Cipressa.
Lascio passare questo tempo oscuro, vedo sotto di me occhietti agili che fiutano e corrono via veloci pieni di ansia. Intravedo figure di generali inquieti rapiti dal passato e apparentemente disagiati dal presente, li annuso, loro mi percepiscono, ma solo brevemente, fuggono via, io continuo a crescere, io sono Cipressa.
Il vento mi scuote, ma solo un po’ e la pioggia, per quanto mi tormenti, mi fa attecchire ancora più forte a questa superficie. Io sono Cipressa.
Ho un esercito di fratelli e sorelle, eretti come me, sempre giovani nonostante le intemperie delle stagioni, i nostri e altri peccati.
Ferita, devo lasciare andar via le cose che naturalmente devono dislocare dalla mia sembianza. E’ un leggero dolore. Percepisco: non posso che estendermi ulteriormente, io sono Cipressa.
Sono nata e morta moltissime volte in questa vita e continuerò la mia eterna esistenza immergendo sempre più le mie estremità nella terra e innalzando la mia cima ancora verso il sole, io sono Cipressa.
2 commenti:
Dal vivo la Cipressa ti passa veramente da parte a parte con tutta quella quantita di colore riversato sulla tela, quasi a mo' di bassorilievo...anzi come un Cipresso che vuol uscire dal quadro e dall'anima.
semplicemente: grazie
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