giovedì 30 dicembre 2010

La posta del cuore


Ciao Letizia,  leggo sempre la tua rubrica con profonda attenzione. Ammiro le risposte che dai, senza giudizi, a cuore aperto e libero. Mi chiamo Marika e ho 17 anni, vivo in periferia di una grande città, studio con profitto, sono una brava ragazza e sono contenta della mia famiglia.  Mesi fa nella mia compagnia è apparso un ragazzo  poco più grande di me che subito mi ha colpito. Ha un sorriso bellissimo e la battuta pronta,  parliamo per ore e ore. Con lui mi sento felice, ma sono troppo timida per manifestargli quello che sento. So di piacergli, non so spiegare perché, ma lo sento. Lui esce volentieri con me, ma  so che  non sono l’unica ragazza che frequenta, però mi dice sempre che il nostro è un rapporto speciale. Insomma, io non ci capisco nulla. Quando stiamo insieme mi sembra di sognare. Lui  mi tocca, mi palpa i seni e si appoggia a me, a volte sento come se in tasca avesse una specie di bottiglietta dura, non so perché la tenga lì, mi pare un posto così scomodo … fra l’altro  penso che lui soffra quando si struscia a me  con la bottiglietta perché fa dell’espressioni strane. Io non capisco  cosa mi voglia dire, cosa voglia. Mi ha anche messo la sua lingua in bocca e ho ricambiato, ma non ha mai detto che vuole mettersi con me. Non lo ha detto a me, né alle mie amiche. A volte prende la mia mano e la porta vicino alla bottiglietta, ma a me fa un po’ senso perché non mi pare igienico bere da una cosa tenuta la in quel posto. Insomma come mi devo comportare? Lui dice che potremmo   andare in casa sua quando non ci sono i suoi genitori, ma non so se andarci .. non mi pare  giusto presentarsi a casa di estranei se questi non ci sono, poi  i film li possiamo benissimo vedere al cinema.  Una volta mi ha  fatto vedere  dei palloncini trasparenti e mi ha chiesto se  li volevo usare con lui, io entusiasta ho cominciato a gonfiarli e lui ha fatto una faccia strana, come se ci fosse rimasto male.  Forse lui non mi desidera, non mi parla mai d’amore. Quando siamo in intimità cerca sempre  d’infilare la sua mano nei mie pantaloni,  cerca  di toccare la mia cosina ma a me fa il solletico,  non capisco perché lo faccia.  Io vorrei che mi parlasse d’amore, ma non lo fa mai. Ogni tanto mi  dice che vorrebbe che io glielo succhiassi  ma non riesco a capire cosa visto che a lui i chupa chups non piacciono. Insomma cosa devo fare? Intanto  ho messo nello zaino  i lecca lecca e confido in una tua  risposta.
Baci Marika.

Cara Marika, mi commuovono sempre le lettere che mi arrivano dalle  ragazze giovani come te. Credo sia giusto che tu sogni il tuo amore come lo desideri, S’intuisce che sei romantica, che desideri che lui manifesti quello che prova per te senza remore. Hai 17 anni, ricordo benissimo com’ero io alla tua età, quelle che erano le mie tribolazioni amorose. Credo  sia giunto il momento che tu prenda in mano la situazione, che dichiari la tua passione per questo benedetto ragazzo.  Da quello che  scrivi ho la certezza che  qualcosa per te lui provi, ti consiglio di non parlare, di non usare  la parola amore, ma di manifestare con i baci e le carezze  quello che provi, se lo senti anche con il corpo, non solo con la mente. Lasciati andare, fai in modo che lui finalmente esplori quella cosina che tieni serrata come fosse una cassetta di sicurezza in una banca. Fatti toccare, accarezzalo, ricambia i suoi gesti.  Mia cara, solo se tu lo vorrai, scoprirai presto l’essenza della passione e l’utilizzo dei palloncini trasparenti. Potrai apprezzare  qualcosa di più sostanzioso dei chupa chups.  Ma solo se tu sentirai che è  arrivato il momento di stappare  quella che tu chiami la sua bottiglietta. Conoscerai così nuove sensazioni, giovani emozioni. Mi raccomando, fammi poi sapere com’è andata.
Un caro saluto, Letizia.

Ciao Letizia, come promesso ti scrivo per  dirti com’è andata.  Ho capito che la bottiglietta non c’entrava un cazzo! Credo che mi appassionerà presto a questo modo di vivere l’amore, dopo questo ragazzo  ho compreso l’uso della mia cosina. Non so se terminerò il liceo, mi si stanno aprendo tante ma tante nuove prospettive.
Ti ringrazio di cuore per i tuoi consigli.
Baci Marika.

mercoledì 29 dicembre 2010

Lei, lui, l'amore.

Lei: Finalmente stasera farò l’amore con quell’uomo meraviglioso.
Lui: Stasera si tromba, alè!
Uhm, vediamo cosa mi metto … ho questo completino della Perla da rinnovare e mi pare l’occasione giusta, le autoreggenti, la gonna, la maglia di cashmere che al tatto esprime  sensualità, il profumo di Therry Mugler mi pare tutto perfetto.
Via, di corsa una doccia, mutante pulite e sono a posto … preservativi? Ci avrà pensato lei.
Meno male che l’estetista aveva  posto stamani, avevo dei peli che sembravo Giobbe Covatta … adesso devo levarmi un po’ di residui di ceretta dalle gambe,  dopo la doccia  immersione nella crema nutriente, un bel ripasso sulle gambe per vedere se c’è ancora qualche pelo inestricabile, idem i baffetti, le sopracciglia … è un duro lavoro ma voglio essere perfetta.
La barba non me la faccio,  troppa fatica.
Devo cercare di nascondere queste occhiaie, ma allo stesso tempo non voglio sembrare esageratamente truccata. Ho lo champagne nel  frigo ed ho preparato il secchiello e le coppe adatte. Il cd di Mel Tormè è pronto nello stereo … Dio sono un po’ nervosa, ma mi pare tutto sotto controllo.
Certo  potrei portarle qualcosa, del vino … ma ci avrà pensato lei.
Mi faccio trovare sul divano con le gambe accavallate .. lo scollo  mette in mostra il mio seno ma non troppo, non vorrei apparire volgare.
Appena arrivo la metto a pecorina e chi si è visto si è visto.
Adoro i preliminari, mi sa che lui è bravissimo in questi, lo sento! Devo stare attenta alla posizione, non vorrei che  si accorgesse  di questo filo di cellulite e del mio grosso sedere che normalmente trattengo nei mutantoni stile Bridget Jones.
Voglio farmi quel suo culone immenso!
Se sto sopra mi si noterà di più la pancetta? Che stress … meglio  accertarsi che le luci siano giuste … forse meglio stare al  buio.
Spero sia la tipa giusta da filmini, ho intenzione di arricchire la mia personale videoteca. Mi sa che  “casualmente” porterò un paio di faretti a casa sua.
Sarà romanticissimo, ma devo stare attenta a non  parlare mai d’amore, altrimenti potrebbe scappare.
Mi auguro che sia  tanto ma tanto troia, spero adori le parolacce, ho proprio voglia di sdarmi.
Stasera non voglio concedermi troppo, non vorrei che mi prendesse per una zoccola e che poi pensasse che sono una tipa da una botta e via, devo stare attenta a non lasciarmi troppo andare.
Stasera repertorio completo … Pillolina blu, salvami tu!

(Qualche ora dopo)
E’ stato bellissimo, romantico come io sognavo da un pezzo!
Ora mi sono sfogato, finalmente   si dorme!

martedì 28 dicembre 2010

Perché scrivo mini racconti cinici? It’s my life!


(La vera storia sentimentale di me medesima)

1986 Ti voglio bene, ma come amica.  (I amore)
1992 Ti voglio bene, ma come amica. (II)
1997 Ti voglio bene, ma come amica. (III)
2001 Con te mi trovo una meraviglia, perché non scopiamo anche insieme alla mia amante milanese? (en passant)
2002 Ti amerò sempre, ma adesso sono sposato e non posso separarmi, un giorno io sarò vecchio e forse c’incontreremo sulle panchine  di un giardino. (inviatami via email. Qualche anno dopo il tipo riuscì a divorziare dalla moglie: l’aveva  beccata con l’amante, il prete del quartiere dove vivevano)
2003 Dovresti ringraziarmi che ti ho messo incinta, altrimenti nessuno avrebbe mai fatto un figlio con te. (la famiglia cuore)
2008 Ora che ti sei lasciata con quell’uomo che ti trattava male, ma era pur sempre una specie di  marito, chi vuoi che ti prenda con il pacco? (il pacco era riferito a mia figlia, questo mi è stato detto da un AmicO)
2008 Certo potevi continuare a stare al tuo compagno, almeno la sera potevi uscire e lui ti badava la bimba. (un AmicA)
2009 Ti amo, sei la donna giusta per me, ma non ci posso fare niente se amo anche tutte le altre, dai continuiamo a stare insieme.
2010 Sei fantastica, mi rendi felice. Due giorni dopo: Sto ripensando al  nostro rapporto.
2010 Conversazione con un tipo, amico di amici:
 E tuo “marito” dov’è?  
Io: non sono mai stata sposata, vivevamo insieme, ma adesso ognuno per la sua strada.
Ma com’è possibile?
Sinceramente non mi va di parlarne.
Ma ti vedi ancora con tuo “marito”?
E’ pur sempre il padre di mia figlia, ma ti ho già detto che preferirei non parlarne.
Sai che ho visto tuo “marito” con una? Si è fidanzato?
Non lo so, non m’interessa saperlo.
Ma come mai non t’interessa? Allora ciao, mi raccomando salutami tuo “marito” quando lo vedi.
2010 Ti voglio bene, ma come amica. Io non voglio stare con te, sei una delle poche persone con cui riesco a parlare liberamente, la tua compagnia è impagabile e mi sai prendere anche  dal punto di vista sessuale. Però non sento le campane, mi dispiace, ti auguro di trovare  presto quello che cerchi, quanto a me rimarrò solo, forse desiderato, ma solo.
Oggi 28/12/10. Ovviamente sono sola (sòla?), ma non ho assolutamente voglia di farmi intristire  dal mio passato. Io  credo che noi “poeredonne”  abbiamo il potere incredibile di  prendere in mano la nostra vita, di ridere delle nostre disavventure e di continuare a lottare per quello che sogniamo, costruendo  passo dopo passo la nostra vita, alla faccia dei teoremi di Ferradini e dei Trottolini Amorosi Dududadadà.
Sicuramente in molte cose  ho sbagliato, ma ho proprio voglia di mandare affanculo i mie sensi di colpa e di sorridere e di tenermi dentro questa assurda speranza che mi fa  essere parecchio orgogliosa di quella che è adesso la mia esistenza. Forse sono anche arrogante, ma da quando avevo 17 anni mi porto nel cuore una frase di Daisaku Ikeda che dice: “Visto, non visto, io fiorirò”.
Io sono sempre in perenne germogliazione, voglio crescere, voglio fiorire e intanto I'm dreaming of the man I love

lunedì 27 dicembre 2010

Poesiuola


Molti anni fa c’era una ragazzina che ascoltava Baglioni,
s’innamorava sempre di tipi piuttosto strani, quasi sempre minchioni.
Sognava nella sua cameretta di amori struggenti, più forti dei mal di denti,
volava con i suoi pensieri,  fantasticando nel mondo dei suoi desideri.

D’adolescente   scoprì il  blues di Janis e Jamsetta,
si tormentava ancor di passion nella sua cameretta.
La sua mente vagava sempre e il suo cuor la faceva trasportare
disperatamente alla  ricerca di chi la  potesse amare.


Si svegliò un giorno che era  già una donna.
Alla sue età c’è chi era già nonna!
Non aveva  più una cameretta con i poster dove sognare,
ma sempre da  sentimenti e dalla musica si lasciava tormentare.

Ci fu un giorno che la trovar morta,
la cosa strana  fu che lei non se n’era accorta.
In mezzo ai suoi dischi, ormai vecchia, la trovaron distesa,
era crepata  così,  mentre era  dell’amor ancora in attesa.





…e pensare che stasera volevo scrivere qualcosa di positivo

venerdì 24 dicembre 2010

Bertrand

L’uomo agonizzava in una pozza di sangue, stava spirando e non capiva il perché. La sua vita gli scorreva davanti come il sangue che zampillava a flotti dalle sue ferite. Chi era stato a ridurlo in queste condizioni?  Non lo  sapeva e in cuor suo pensava che non c’era  nessun motivo per morire in quel modo così assurdo e violento. Ricordava la sua infanzia, la prima ragazzina di cui si era innamorato, il  suo primo tradimento quando  baciò la sua amichetta.  Si rivedeva a scuola, la maturità poi la laurea,  il lavoro, i conflitti e le sue lotte. Ripensava a sua madre, a tutte le case dove aveva abitato,  ai suoi successi, specie quelli con le donne. Non aveva più senso niente adesso che stava morendo, eppure  erano principalmente i volti di tutte le donne che aveva avuto che  lo assillavano nei suoi ultimi pensieri. Di molte non  se ne ricordava nemmeno, riaffioravano  come flash nella sua mente, una dietro l’altra e in tutte rivedeva il dolore  nei loro occhi quando lui le aveva lasciate. Si sentiva  accusato, quegli occhi erano come spilli infilzati nelle sue ferite, accrescevano il suo dolore donandogli un tormento infinito. No, non era affatto giusto, pensava, che quelle fossero le ultime immagini della sua vita, quell’ossessione era terribile.  Cosa aveva fatto di male se non godere delle attenzione di tutte quelle femmine? Poi  anche  loro avevano goduto grazie alla sua abilità  nel sedurle e nel fare l’amore. Rimuginava che non c’era  niente di terribile se le aveva desiderate tutte, se non aveva potuto fare a meno di loro, se poi dopo poco lo avevano annoiato, se  non poteva fare a meno di quel brivido che ogni nuova conquista  gli dava. Per questo,  per lui la caccia era sempre aperta. Mai aveva conosciuto tregua, nessuna lo aveva incantato per  un periodo lungo, ma si diceva che non era colpa sua, che era più forte di lui  quel richiamo che lo spingeva  verso quell’universo femminile così immenso e variegato.  Poi  rifletteva che era un bene, per quelle donne, che lui le avesse abbandonate, non era certo un tipo con cui  si poteva mettere su famiglia,  ciononostante molte se n’erano innamorate, perché la sua bravura  nell’arte  della  seduzione era  quella di far credere che lui  era  la persona  amica, affidabile con un cuore grande e generoso. Era stupefacente poiché il primo  che  credeva  in queste  straordinarie qualità era proprio lui, ed era vero, era sincero, lui  pensava tutte le volte che ogni donna era la donna della propria vita, ma questa sua certezza svaniva dopo pochissimo tempo.  Ma la sicurezza di aver trovato un uomo meraviglioso su cui poter contare e la successiva delusione di  quel castello che si era frantumato era  un’esperienza  dolorosa per ciascuna. Ma lui non si poneva il problema, non se l’era mai posto fino al momento  della  sua  fine contornata  da quegli occhi in lacrime che, nella sua testa, lo  guardavano con occhi  spietati.  E quella fu per me una grossa soddisfazione, non solo perché ero riuscita ad ucciderlo senza che lui vedesse  quale mano gli stesse procurando la morte, ma perché ero riuscita ad insinuargli il dubbio che forse un po’ di male lo aveva causato,  il male che aveva fatto a me e a tutte le altre. Finalmente giustizia era stata fatta. 

giovedì 23 dicembre 2010

Riflessioni a margine sul Teorema di Ferradini



Prendi una donna (si, come se tu fossi al supermercato)
dille che l’ami  (solo uno psicopatico te lo dice così precocemente)
scrivile canzoni d’amore (e qui lo psicopatico si fa  seriamente pericoloso)
Mandale rose e poesie (stalking!)
dalle  anche spremute di cuore (in genere preferiamo quelle di arance possibilmente biologiche)
Falla sempre sentire importante, (è imbarazzante!)
dalle il meglio del meglio che hai, (e di regola è sempre troppo poco)
cerca di essere un tenero amante (focoso no?)
sii sempre presente risolvile i guai. (ossessivo/compulsivo)

E stai sicuro che ti lascerà, (in realtà non stavate nemmeno insieme)
chi é troppo amato amore non dà. (non era amore, era DIABETE)
E stai sicuro che ti lascerà, (non ce la poteva fare…poveretta)
chi meno ama é più forte si sa. (come sopra)

Prendi una donna, trattala male, (ma una via di mezzo no?)
lascia che ti aspetti per ore. (peggio di un autobus di periferia)
Non farti vivo e quando la chiami
fallo come fosse un favore.
(tanto ho l’autoricaricard e quindi mi fa comunque un favore ‘onzo!)
Fa sentire che é poco importante, (di sicuro mai più importante di tua madre)
dosa bene amore e crudeltà. (si lo scudiscio  in una mano e una rosa nell'altra ..era in un film di Totò,ma lui si che era un principe)
Cerca di essere un tenero amante (sempre teneri??? Ma un po’ di sano passionale sesso mai?!)
ma fuori del letto nessuna pietà. (ok ce l’hai piccolo, hai pure problemi d’erezione ed è per questo che dopo sei incazzato)

E allora si vedrai che t' amerà, (non ci siamo)
chi é meno amato più amore ti dà. (ciccio le masochiste si trovano nel reparto fetish e fetent’ al II piano della lapperiia)
E allora si vedrai che t'amerà (illuso)
chi é meno amato é più forte si sa. (Hulk poverino non l’amava nessuno secondo te?  E   Schwarzenegger? A me risulta  che sia felicemente sposato)

No caro amico, non sono d'accordo, (ecco arriva l’amico del cuore, una specie di Ned Flanders per questo odiatissimo da noi  Homer di tutti i sessi)
tu parli da uomo ferito. (vorrei vedere te!)
Pezzo di pane lei se ne é andata (1: pezzo di pane mi risulta un complimento, poi anche il pane si trasforma in merda si sa, 2: lei se n’è andata: si per quello uno/a soffre e ricordarglielo non è che sia molto di aiuto)
e tu non hai resistito. (si soffre, difficile essere saggi, corretti ecc quando si soffre, siamo umani!)
Non esistono leggi in amore, (errato! Esiste quella di Murphy ed è spietatissima)
basta essere quello che sei. (credo sia quello il problema in molti casi…)
Lascia aperta la porta del cuore (si spalanca un portone dicono sempre in quei cari posti chiamati luoghi comuni)
vedrai che una donna
é già in cerca di te. (e qui ritengo che ci siano spesso problemi con il navigatore satellitare impazzito)

Senza l'amore l'uomo che cos'é, (l’omo, l’omo, l’omo, e la donna?)
su questo sarai d'accordo con me. (forse si combinerebbero meno cazzate ma sarebbe una vita arida)
Senza l'amore l'uomo che cos'è (un uomo! Perché molti hanno paura di amare e rimangono legati a degli ideali adolescenziali…..ok noi abbiamo il principe azzurro ma anche i maschietti non sono messi tanto meglio)
é questa l'unica legge che c'è (se lo dici te ne prendo atto, e comunque hai ragione, scriverei meno stronzate ma  non mi divertirei così tanto : )!

lunedì 20 dicembre 2010

... tu chiamale se vuoi transazioni


“Quanto vuoi?”
“50 in macchina, 100 a casa mia”
“Per venire a casa mia quanto prendi?”
“Non vado in casa dei nuovi clienti”
“Come vuoi, facciamo da te … ma tu fai proprio tutto?”
“Tutto no, non bacio e non ti chiamo amore”
“Me lo prenderesti in bocca?”
“Ho detto tutto, che sei imbecille!?”
“Rapporti anali?”
“Ho le ragadi”
“Allora se non puoi fare quello mi fai uno sconticino?”
“Ah’ Bello! Senti vedi darti una mossa che con te sto a perdere un sacco di tempo e denaro!”
“Scusa è che io non  vado mai a put.. scusami intendevo sesso a pagamento, non volevo offenderti, anzi se ti do un ventino in più posso chiamarti puttana?”
“Chiamami come vuoi ma deciditi, vieni da me o salgo in macchina?”
“Aspetta parliamo un po’ dai, ti anticipo cinquanta euro..tu di che segno sei?”
“Del  Toro carino, vuoi sapere  anche quali sono i miei hobbies?”
“Si dai, io amo andare a pesca, tu?”
“Io faccio la calza, ma dai … scusa ma tu che ci sei venuto a fare qui stasera per chiavare o no?”
“Perdonami,  non sono abituato a questo genere di cose, mi sento solo, non mi va  se non facciamo prima due chiacchiere”
“No via, è che è stata una serata pazzesca fin’ora, facciamo con  calma se è così che preferisci, ok?”
“Grazie, sei molto carina, posso sapere il tuo nome?”
“Qua mi chiamano tutti Kate, ma in realtà mi chiamo Carmelina”
“E’ un bel nome il tuo, amo il  sud e le donne mediterranee come te, io sono Marco”
“Marco è un piacere, ma devi capire che io  sono qua per lavorare, quindi  deciditi, o scopiamo o no, dovresti pagare”
“Su Carmelina, non vedi che bella serata che è, quante stelle ci sono e che aria splendida, questa brezza che ci accarezza, l’odore dei gelsomini, l’estate che sta arrivando …”
“Marco ma non volevi un pompino o mettermelo in culo?”
“Carmelina anche se è il tuo lavoro  io  vedo te come una donna, una donna molto bella e sicuramente sensibile … hai  degli occhi stupendi”
“Sei gentile, senti ti rendo i soldi che mi hai anticipato..non me la sento”
“Vedi che donna che sei? Io  lo sento che sei sensibile e quando sorridi sei veramente speciale”
“Nessuno mi dice mai queste cose …”
“Forse la  gente è abituata a prendere a comprare e non sa apprezzare la bellezza”
“Mi fai arrossire”
“Ti dirò … sei ancor più bella quando arrossisci”
“Marco,  stai trasformando questa in una bella serata, perché non sali a casa mia?”
“Carmelina si sta facendo tardi, io verrei ma rischio di ritardare al lavoro”
“Dai parliamo ancora, sei stato così  carino con me”
“Ti ho già fatto perdere un sacco di tempo, io qua  se non lavoro perdo denaro, mi dispiace sei bellissima, starei a guardarti e a parlare con te per ore”
“Su, sali su da me, i soldi per me non sono un problema, se  non ti offendi posso  darteli io”
“Sarebbe un gesto  davvero nobilissimo il tuo, degno di una principessa quale tu sei … cedo, a questo punto voglio solo abbandonarmi nel tuo sguardo, ma, per quanto sia brutto parlarne ora avrei  bisogno  del denaro”
“Tutto quello che desideri caro, voglio vivere ancora questo sogno, quanto vuoi?”
“50 in macchina, 100 in  casa tua, faccio tutto … ma proprio tutto”



sabato 18 dicembre 2010

That's Amore! (una telefonata fra amiche)

… Mi ha chiesto se potevo tradurre il suo manoscritto in polacco e io l’ho fatto … certo mica potevo dirgli che il polacco non lo so, che figura ci avrei fatto? Ho contattato il consolato e ho trovato una traduttrice, mi è costato un bel po’ ma almeno gli ho risparmiato la fatica …  Si Patrizia, sono stata da lui  ieri pomeriggio …  poverino,  aveva tutte quelle camicie da lavare e  stirare, come fa a fare tutto da solo?  … Lo so, la mia macchina è da tre mesi che gliel’ho prestata, ma la sua  consuma troppo, mi dispiace che butti  via i suoi soldi in benzina, io  posso fare gli straordinari, sono una privilegiata è bene che sfrutti la mia fortuna per le persone a cui voglio bene, non ti pare? … Stamani?  Si,  ho pulito la sua casa, cambiato le lenzuola … ho pure  buttato via quei palloncini appiccicaticci sotto il letto … saranno stati sicuramente i suoi nipotini che gli combinano sempre un bel casino   … Che dici cara, se usciamo stasera? No proprio non posso, sai devo finire di fare la conserva, lui odia la salsa  confezionata … ha  una specie d’intolleranza e  ho solo tempo  stanotte per finire che poi domattina devo correre in pasticceria a compragli la brioche quando si sveglia. … Mi hai chiesto perché non dormo da lui? Semplice, mica posso  disturbarlo!  Lui ha un sonno  così leggero che rischierei di svegliarlo al minimo rumore … Noo, mica russo io! Non ti ricordi che per questo sono stata sotto osservazione alla clinica del sonno?  … Si non mi trovarono niente e che se mi giro poi nel letto mica lo faccio apposta … ecco  non lo voglio infastidire.  … Domani che faccio?  Ovviamente domani  devo cucinargli il pranzo, ha ospiti speciali … no mica voglio sapere chi sono questi … non voglio dare l’impressione di essere  troppo invadente, me l’ha chiesto per  favore, come facevo a rifiutare?  Lui deve fare bella figura e non può mica rischiare. Saranno ospiti sicuramente importanti  per il suo lavoro. …  Siii, lui lavora, o meglio ancora non guadagna, ma guarda che ho letto il suo libro è interessantissimo, illuminante.. forse ci ho capito poco in effetti, ho dovuto bermi litrate di caffè per non addormentarmi  … ma la sua analisi sulla psiche sostanziale dei fagiani selvaggi, che un tempo  abitavano sull’isola d’Elba, e il loro rapporto con l’uomo,. nell'esistenzialismo, suffragato da testimonianze degli spiriti  isolani dall’aldilà, è un vero capolavoro della letteratura moderna … guarda  cara a breve ne parleranno tutti e per quello lo stiamo … si ok lo “sto” facendo  tradurre in tutte le principali lingue europee.     Patrizia che dici? Che l’hai visto l’altro giorno al ristorante con una tipa? Si dai è normale che frequenti anche altre, perché ti scandalizzi? Si siamo una coppia aperta. Lui ha bisogno dei suoi spazi, di farsi esperienze anche con altre donne … Io? Io non me la sento cara, non avrei il tempo e poi lo sai che  non  riesco proprio a trovare uomini alla sua altezza.  ..Sabato? No, non dovrei avere impegni, ma non posso assicurarti niente, devo sentire com’è messo lui … macché dici?  Nooo, figurati se usciamo insieme,  il nostro amore lo vogliamo tenere  chiuso fra le nostre mura, sai i rapporti così speciali alla luce del sole potrebbero suscitare  troppe invidie … si è lui che lo dice, non lo trovi di una saggezza sconvolgente?! Ripensandoci  forse dovrei rimbiancargli il salotto, mi dice che solo io so ottenere  quell’effetto spugnato che lui adora … Ok se  ce la faccio a finire i lavori in temo ci sentiamo per sabato? Va bene? A presto cara, buona serata anche a te.

Certo le amiche single che  si attaccano al telefono  e tutte le volte  vogliono farti uscire con loro sono una bella palla … Poverina Patrizia, capisco che è sola, mica tutte possono essere fortunate come me?!

mercoledì 15 dicembre 2010

è perché ti voglio bene...


Guarda cara lo faccio per il tuo bene se ti dico che lui non è adatto a te, che forse lui è troppo bello e tu  sei decisamente  una tipa ordinaria. Sai che ti voglio bene e  a te ci tengo, quindi voglio ricordarti che con qualche chilo di meno staresti meglio, anche se sull’altezza ci possiamo fare poco e con il tuo stile  camminare sui tacchi ti da’ un aria troppo  ridicola. Insomma,  le amiche sono sincere e io, proprio perché a te ci tengo moltissimo devo assolutamente dirti che  quel pellicciotto che ti sei comprata  ti fa sembrare Napo Orso Capo. A proposito, non pensi che sia meglio metterti una parrucca? No dico perché i tuoi capelli sono senza rimedio e nonostante  ti abbia sempre consigliato i migliori parrucchieri vedo che con te non sono riusciti a fare miracoli. Anche la tua casa  fa abbastanza schifo e devo proprio dirtelo. Possibile che in tanti anni che ci conosciamo non sei riuscita ad affinare minimante i tuoi gusti? Quel sofà … cribbio! Ha un colore allucinante, che c’entrano quei cuscini poi lo sai solo tu. Sai che la gente  è falsa e meschina e non dice mai quello che pensa, meno male che hai un’amica come me, non sai quanto sei fortunata. 
Volevo  dirti che mentre eri in bagno ho dato un occhiata al tuo frigo e ho visto un sacco di schifezze, pensi di continuare così a lungo? Vuoi morire a causa della glicemia e del colesterolo? Meno male che ho buttato tutto al cassonetto.  Ma non ti vuoi un po’ di bene? Ho anche risposto al telefono… si era lui. Gli ho detto che tu non hai nessunissima  intenzione di vederlo, lui si era messo quasi a piangere, ma sono stata risoluta e ho fatto bene, altrimenti  avrebbe insistito e tu ci saresti    rifinita a letto insieme. Ma lui è  troppo intelligente per meritarti, è  colto, un gran gnoccone ...alla fine ti saresti sentita frustrata al suo fianco. Mi è toccato invitarlo a cena a casa mia per   vedere se si calmava un po’,  mi dispiaceva che tu soffrissi a causa della sua sofferenza, capisci perché l’ho fatto?  Se poi mi toccherà anche portarmelo a letto è un sacrificio che per te amica cara farò. Per fortuna ci conosciamo da anni e ti ho sempre salvato dai tuoi disastri sentimentali, ricordi Franco?  Si  poi mi è toccato starci per un paio di anni, ma almeno  ti ho salvata da quel dotatissimo stallone.  Ma torniamo a noi,  la tua cellulite come va? Pensi di andare al mare questa estate? No perché se io fossi in te eviterei, sei inguardabile, sai quanti ti prenderebbero in giro sulla spiaggia? Fossi in te me ne andrei alle terme così  ti fai fare un po’ di massaggi, bevi tanta acqua, ti depuri e stai in compagnia di persone anziane che tanto possono arricchirti grazie alla loro  esperienza.  
 … Oddio mi stavo quasi  scordando cara e vedo che   sei quasi pronta per uscire … sai Giulio, quel tipo che viene in palestra con noi e che ti sembrava ti facesse gli occhi dolci? Ecco, stasera vado a cena con lui, voleva che venissi anche tu, ma ho pensato che non era il caso di dirtelo visto che ci tenevi tanto ad andare a teatro stasera.  Senti prendo anche la tua auto perché  sono a corto di benzina e rischio di fare in ritardo, non  è un problema vero? Tanto so che ti divertirai allo spettacolo dei mimi russi sulla depressione e il suicidio ai tempi dei gulag. 
L’auto non te la posso portare domani perché vado in piscina e tu certo preferisci stare a casa con il fisico  che ti ritrovi.   Cara ti voglio  proprio tanto bene e giuro che per il tuo compleanno ti regalerò quella guaina che, forse,  appiattirà  il tuo bel  pancione.  Ora scappo altrimenti Giulio potrebbe pensare male, mi raccomando cara: divertiti!
Tesoro,  perché  quella faccia?  Lo sai quanto ti voglio bene!

martedì 14 dicembre 2010

Un giorno come un altro


Era un giorno come i  tanti  che precedono il Natale.  Faceva molto freddo e la gente si apprestava ad andare al mercato.  A quel  tempo molti avevano perso il lavoro insieme all’illusione di un roseo, seppur pallido,  futuro.  C’erano  signore impellicciate con le facce botuliniche e faccendieri spietati che facevano il bello e cattivo tempo, loro non temevano la crisi, trovavano sempre il modo  per arricchirsi, erano avidi e non si facevano nessun problema a schiacciare la vita dei molti poveracci se ciò poteva renderli ancora più facoltosi e influenti.  Questi personaggi  erano i  gestori delle  bancarelle. La  gente comune viveva  nei sobborghi della piazza ed era  divisa in chi s’illudeva di diventare simile ai potenti, chi era parecchio incazzato, chi, ormai,  viveva nell’indifferenza e chi nella disperazione più nera.  L’ora dell’apertura era vicina e le contrattazioni si tenevano in gran segreto, si facevano grandi promesse e grandi rassicurazioni.  Ognuno metteva nel piatto   quel che voleva  pur di arrivare al suo scopo,  gli ideali non esistevano più, l’illegalità regnava imperante sulle compravendite.  Certo è che  molti trafficanti  avevano  la faccia come il culo e pur di giustificare la propria strategia di marketing facevano  delle enormi e inutili arrampicate sugli specchi.  Ma c’erano sempre  gli illusi su cui poter contare e loro lo sapevano benissimo.  Alcuni però, che si definivano meno disonesti di altri,   speravano  in una rivalsa e  si misero a predicare quanto  fosse giusto avere  un mercato più corretto e solidale, più libero  e onesto.  Avevano   denunciato l’indecenza  di certi affari e la villania di molti  venditori  anche se, un tempo non lontano,  erano loro  complici . Pensavano  di poter  estromettere  il boss,  che da anni troneggiava su tutti, il quale si era conquistato il  podio a suon di ricatti  menzogne e collusioni con i peggiori gangster  del pianeta.  Per far si che  questo potesse accadere  progettarono un piano  e si misero a cercare, freneticamente,   sostenitori  all’interno della piazza.  Nei giorni precedenti  si potevano osservare mentre parlottavano  fra loro.  Progettarono   alleanze  realizzando equilibrismi che mai si erano viste, neppure nei migliori circhi del mondo.  Sembrava tutto pronto per l’ora della grande rivalsa. Giunse finalmente  il momento  di levare le coperture ed  esporre gli articoli.  Avrebbe vinto chi sarebbe riuscito ad incassare più degli altri.  I mercanti cominciarono a  parlare  ad alta voce elogiando le peculiarità di ciò che mostravano.  Nel fare questo, non mancavano  di  ridicolizzare, anche  usando   improperi, le bancarelle avversarie.  Insomma c’era un gran chiasso e parecchi sempliciotti rimasero  confusi in tutto quel casino.  I mercenari  facevano spericolatissime  affermazioni.  Dichiaravano, senza impudenza, di avere   prodotti miracolosi e  la panacea di tutti i mali del mondo.   La cosa curiosa era che ancora molti  ci cascavano,  nonostante   gli effetti negativi e le controindicazioni fossero  visibili anche agli occhi dei bambini miopi.   Presenziavano  i soliti truffaldini che vendevano  stereo con i mattoni  dentro e tv al plasma senza schede funzionanti.  Gli onesti erano una piccolissima minoranza, quasi impossibile da riconoscere in quella baraonda.  Cominciò la conta degli  incassi, i sovversivi erano sicuri del fatto loro, lo champagne era pronto nei secchielli con il ghiaccio,  essi  sapevano di poter  contare sul largo consenso della plebe.  Una volta usciti dalla piazza avrebbero camminato fra la gente comune pavoneggiandosi della vittoria e promettendo cose che regolarmente non avrebbero mantenuto.  I conti  furono fatti  e fu immediatamente evidente  che   qualcuno   non aveva  rispettato i patti e che,  alla fine,   si era  alleato con il boss.  Erano pochi ma quello ridottissimo pugno di venditori  riuscì a far pendere ancora il piatto della bilancia in favore del tiranno del mercato.  Ci fu una gran ressa, volarono improperi come vola il polline a Maggio.   La gente era atterrita, non ne poteva più di questi che si arricchivano alle loro spalle, scesero per le strade e manifestarono il loro dissenso e il loro schifo verso questi piazzisti senza scrupoli. Il risultato fu che  chi doveva difendere la legge   picchiò i buoni, i  cattivi festeggiarono la loro vittoria facendo grandi feste dove il viagra scorreva a fiumi e dove si consumavano strani riti tribali originari dell’Africa orientale.  Gli altri, i venditori che avevo cercato di sovvertire l’ordine della piazza, tornarono a casa a testa china. Era il 14 dicembre 2010 e tutto sembrava rimanere  sospeso in quella surreale anormalità. 

Spot

Siamo pronti? Dov’è la modella? Cazzo dov’è!?  ..ah è ancora al trucco? Ma almeno si è vestita? Ancora no?! Non è possibile lavorare  in queste condizioni! Su portatele quel tanga leopardato! Nooo, non quello con le culotte, ho detto tanga cazzo! Ma la conoscete la differenza? Siete proprio ignoranti! Ok è vestita (si fa per dire), ma  il trucco non va bene, il rossetto avevo detto che lo volevo rosso aggressivo e poi non l’avete ancora unta. Voglio la sua pelle lucidissima! Lei è la nostra sirena, il suo richiamo dev’essere irresistibile, deve far venire la voglia di acquistare il prodotto, la voglio più arrapante che mai, deve far scoppiare i pantaloni cazzo! Si, così, zoccola ma non troppo, non possiamo esagerare.  Dobbiamo comunicare l’idea che dell’articolo  non se ne può fare a meno, che se una figa  ce l’ha e  tu non te lo compri,  sei uno sfigato. 
Le luci sono pronte? Via veloci, il letto è sistemato? Bene.  Voglio la ragazza su quel letto. Ci siamo? (Come si chiama la tipa?  Clarissa? Ahahah mi pare azzeccatissimo) Clarissa avvicinati al letto e ripassiamo la posizione  che è la cosa più importante,  ok?  Mettiti prona ... non a pecorina, ho detto prona! (andiamo bene …) Si così è ok, ma non metterti troppo distesa. Adesso prendi il libro e tirati un po’ su. Noooooooo! (oggi mi faranno scoppiare il fegato, lo sento!) Non devi  tenerlo in questa posizione, altrimenti non ti si vedono le tette, ma che cazzo ti abbiamo messo quel mini reggiseno a fare secondo te?! DEVI SEDURRE! Dai che ho letto il tuo curriculum, ho visionato i tuoi lavori e so quanto puoi essere brava, capisci? Altrimenti non lavoreresti con me. Ecco brava, la posizione è  perfetta,  tirati indietro i capelli, dobbiamo far vedere più pelle possibile. Bene, così per ora.   Ci siamo, bene partiamo con la musica.
Si  perfetta! (questa versione di I see the light di Papetti è una vera cannonata). Bene, riguardiamo il tutto: parte la musica di sottofondo, lei si avvicina al letto, ma è tormentata, ha caldo, troppo caldo, si passa un cubetto di ghiaccio sul collo e sui capezzoli ma non trova pace. Si alza,  apre la finestra, e a quel punto  la camera zoomma  per pochi istanti sul suo sedere e poi  percorre velocemente il  suo corpo sudato. Clarissa torna a letto, si guarda intorno con l’aria imbronciata, poi  da’ un occhiata sul comodino e prende  la rivista. Si mette nella posizione, si tira indietro i capelli, lo sguardo diventa luminoso, sorride è dice la battuta.  Io direi che possiamo  cominciare a girare a questo punto.  Pronti?

Ciak True Edition  prima!

Bene ragazzi, ecco Clarissa avvicinati lentamente al letto … ecco brava stirati un po’… straiati, prendi il cubetto di ghiaccio, strofinatelo addosso delicatamente e tu zoomma sulle goccioline benissimo! Adesso rigirati un paio di volte … ora alzati, vai alla finestra e voi andate e  con l’effetto vento.  Torna a letto  con l’aria di chi non trova pace  (devo ammettere che questa Clarissa è una grandissima attrice)  Alla grande così!  Guarda il comodino,  fai la faccia  curiosa … si  così. Prendi il fascicolo, osservalo e adesso mettiti in posizione. Ci siamo, è il momento di dire la battuta.

“Uhm, leggere la nuovissima versione della  Bibbia con i testi originali e con le miniature dei frati carmelitani scalzati  è  un vero conforto.  Rinfresca il mio spirito,  consola  il mio corpo e la mia  mente”

Ottimo, adesso la voce fuori  campo

“La Sacra Bibbia edizioni True, nuovissima con i testi originali recentemente  aggiornati,  rilegata in finto coccodrillo rosa, suddivisa in 48 avvincenti fascicoli. La trovate ogni mercoledì  in edicola al favoloso prezzo   lancio di 4,99 €” 



lunedì 13 dicembre 2010

Vietato Ai Minori II

“Su dai ti prego non fare così, lo sai che lo voglio e lo voglio tutto, tutto per me, siiiiiii lo soo, lo soo sono avida, ma ho bisogno di soddisfazioni che solo  questo  mi può  dare.  Vuoi che diventi cattiva? Sii, lo sai che so farlo bene.  Te l’ordino! Devi  farlo!  … Che c’è? Non ti piaccio cattivona?  Voi essere tu crudele? Sii, mi piace quando sei così  dominatore, ma sappi che finché non sarò accontentata  ti darò il tormento. Suuu daaii, io lo so che lo voglio troppo spesso,  si, T_U_T_T_O  e lo voglio  gestire io a modo mio, daaii.  Vuoi che mi metta ginocchio? Così? Uhm ti piace eh? Certo sei un gran farabutto, ma faccio tutto quello che vuoi, lo sai, siii.  Ti piace vedermi così  vero?  Ma sono sempre io, la tua miciona, che gestisco il gioco.  Daai non fare il prezioso, lo sai che quando ho certi  desideri voglio solo essere appagata.  Uhm se mi fai gioire  io poi posso essere generosa anche con te, dammelo ti prego, dammelo come vuoi ma  lo voglio,  siii,  tantoo , siii.  Dai che ci sei vicino, uhm ho già certe ideucce che potresti  apprezzare anche tu. Nooo, nooo,   sai quanto ne ho bisogno ora.  Dai tiralo fuori lo voglio prendere siii, noooooo, nooo,  non devi fare il tiranno.  Ti piace  farmi soffrire fino a questo punto?  Vuoi che ti chiami bastardo? Tutto quello che vuoi, ma dammelo, fammi felice.  Dai allunga la mano, sii, lì bravo, sii esattamente lì. Noooooo a che gioco vuoi giocare?  Voi vedermi scoppiare di desideri, suu, non resistoo, sai che se tu non me lo dai lo vengo a prendere io, e posso farlo quando meno te l’aspetti, anche di notte quando  vorresti riposare. Buono tesoro, sii, bravo, riparti con la mano, ma non troppo lentamente che così mi fai morire, sii ecco ci siamo ci siamo, ci siamooo. Siii, aaahhh,  lo volevoo tanto, siii, grazie, come sei fantastico, sai che ti adoro quando fai il bravo bambino con me.”

“Clara ma è sempre così quando devi chiedere il libretto degli  assegni a tuo marito?”

sabato 11 dicembre 2010

... e pensare che ti amavo da morire


Possibile che tu sia diventato così impassibile?  A te tutto ti scorre addosso e niente ti tocca. Te ne stai in silenzio e non fai  una piega. Non ti accorgi di niente, ormai sei indifferente a tutto. Ti amavo ma adesso non ti sopporto più.  Sono ore che te ne stai sul divano fissando la televisione e non mi rispondi, che devo fare? Datti una mossa! Io non sono la tua serva, non mi va più di sobbarcarmi dei lavori di casa e occuparmi di tutto. Non sei andato a lavorare nemmeno oggi, pensi di continuare così a lungo? Guarda che non ho nessuna intenzione di camparti e se vuoi mangiare ti arrangi da solo! Lo so che mi senti, pensi che rimanendo in silenzio io prima  o poi mi calmi?  Non funziona più caro, non funziona più. Guarda bello l’amore è passato e adesso  mi sono proprio stufata, vedi di fare qualcosa altrimenti non rispondo delle mie azioni. Allora? Quanto vuoi andare avanti in questo modo? E’ finita per me, e lo è da un pezzo. Ormai non mi fai più tenerezza e i  timidi, come te,  non mi fregheranno più!  Fino a poco tempo fa  pensavo di capire  quello che avevi in testa e all’inizio il tuo fascino introspettivo mi  aveva ingannata. Ero certa  che tu fossi una persona profonda, un uomo sensibile. Credevo  che questo fosse l’atteggiamento di chi si prende  cura degli altri con delicatezza, di  chi non vuole interferire nella vita altrui per rispetto. Ma guardati adesso…fai schifo, sono giorni che nemmeno ti lavi.  C’è stata una fase in cui   percepivo la tua esistenza e in qualche modo ti davi da fare,  adesso non fai assolutamente nulla. Sono ore che ti parlo e tu zero. Cosa  devo capire? Che preferisci i plastici di Vespa a questa casa?  Che sei affascinato più dai reality che alla vita vera? Che sei più interessato a Maria De Filippi che a me? Sai me n’ero accorta che avevi certe tendenze, infatti  non mi scopi da un bel pezzo.  Non mi guardi più, non mi consideri minimamente, sei cattivo.  Non vedi che sto piangendo? Non ti colpisce minimamente la mia disperazione?  Non ti facevo così cinico e glaciale. Io sono disperata, parlami ti prego! Almeno fai un cenno, alzati vai via sbattendo la porta ma fai qualcosa! Preferisco essere trattata male piuttosto che  questa tua indifferenza.  Non eri così, che ti è successo? E’ forse colpa mia?  Non so più che fare, non so più cosa dire. Ti prego reagisci…   sono disperata. Io ti amavo da morire e adesso tu mi fai questo. Non ti faccio nemmeno pena? Che senso hanno  le mie lacrime se nemmeno alzi lo sguardo per vederle? Parlami o altrimenti non risponderò delle mie azioni. Sai che non amo la violenza, ma se non  ti alzi vengo lì  a sradicarti da quel divano. Ti prego, ti prego, ti prego, sto troppo male, come fai ad essere così distaccato..ti prego, dimmi qualcosa…
Bastaaa! Mi ci hai costretto tu! Su dai… certo sei proprio freddo.  Non  ti accorgi nemmeno di quanto puzzi.  Oh mio Dio…ma sei morto!

venerdì 10 dicembre 2010

Omaggio a Claudio Baglioni: raccontino (molto) liberamente ispirato a Lampada Osram

Sono qua sotto questa luce davanti alla stazione, mentre aspetto mi guardo intorno e vedo   suv in doppia fila,  il giornalaio che  dietro il banco tiene le riviste porno, un sacco di cartelloni pubblicitari e tantissime insegne al neon. Fa  parecchio freddo,   annodo un po’ più stretto il mio foulard, sono le 8 e 10.

Questo è il primo appuntamento e ci tengo tantissimo, sarà sicuramente un successo. Cavolo quante valigie si perdono qua e che ressa c’è sopra quel bus,  madonnina santa è  già buio e sono le 8 e 15.

Quando verrà lo saluterò con il mio sorriso favoloso, sarà sicuramente vestito in modo elegante e mi porterà in quel locale in centro, spero proprio di piacergli tanto tanto.

Santa Martire delle  Rose , fra un po’ questa lampada si fulmina e lui non è venuto ancora, comincio ad avere paura , qua ci sono  troppe facce da galera, come quelle di quei quattro la su quel coupé.

Ecco lo sapevo uno di loro si sta avvicinando e tremo, per fortuna mi chiede solo un’indicazione stradale.  C’è una puzza terribile e sono già le 8 e 20.

Appena arriva  gli farò un cazziatone che non se l’aspetta, ma forse è meglio di no,  sicuramente avrà avuto un contrattempo.  Lui, poi,  sarà certamente ancora più gentile, mi porterà a casa sua e so che mi dirà che gli piaccio tanto tanto.

La  Osram non fa più le lampade di una volta e questa si è definitivamente spenta, mi sa che a questo punto lui non verrà più e mi tocca tornare a piedi a casa mia. Sono affranta, ero entusiasta di questa nuova prospettiva, il mio primo appuntamento … questo primo giorno da escort se n’è andato a  puttane e sono ormai le 8 e 30.

Quando l'affetto è finito

La mia esistenza  era un inferno con lui, non riuscivo a tenere in ordine niente, rovinava sempre tutto.  Si presentava sempre  in quel modo poco elegante e poi non capivo mai quello che voleva. Pensare che all’inizio mi faceva tenerezza con i suoi occhietti che mi comunicavano il suo  tremendo bisogno di  affetto, mi veniva spesso accanto accontentandosi di poco, pensavo fosse perfetto. Poi, piano piano, i suoi modi  divennero  più bruschi, pretendeva sempre di più , era diventato incontenibile, la sua presenza troppo ingombrante e lui non voleva sentire ragioni.  Lo portai persino  da un  medico,  e per trascinalo li,  so io quanto penai. Il dottore gli prescrisse  una cura  che lui, ovviamente,  si rifiutò  di seguire, mi disse anche   che certi maschi sono così e che, per  quanto si sia evoluta  la medicina in questi ultimi anni,  con certe caratteristiche, ancora, ci si faceva ben poco. Mi   suggerì  inoltre  di abbandonarlo ma, inizialmente, non me la sentii.  Ormai era tanto tempo che stavamo insieme.  All’inizio mi piacque   per quel suo aspetto nordico  un po’ selvaggio  che si contrapponeva al colorito roseo della sua pelle, i suoi  occhi azzurri e la sua peluria chiarissima ma  vigorosa.  La sua partecipazione  era sempre  mite, non mi faceva mai scenate quando non potevamo stare insieme,  a quel tempo,  molti provavano  simpatia per lui, anche se,  a volte,  ho avuto il sentore  che, dietro i complimenti che riceveva, si celasse un fine poco chiaro.  Talvolta ho osservato  alcune   amiche che lo guardavano con un aria  estremamente vogliosa  e questo mi faceva un piacere pazzesco perché  era  mio e non volevo condividerlo con nessuno.  Dopo qualche mese da  quell’idillio le cose non furono  più le stesse, lui divenne  sempre più famelico e io non ero  più in grado di soddisfare i suoi istinti animali, mi saltava sul  letto quando volevo riposare e non voleva sentire  ragioni, faceva quegli strani versi che, se ci ripenso ancora oggi, rabbrividisco. La sua apparenza candida sparì e lasciò il posto a quella che era la sua vera natura che,  inconsciamente, avevo voluto ignorare.
Presa dalla disperazione cercai di escogitare dei piani per allontanarlo da me, ma ormai era diventato  intrattabile e non sapevo come fare per potarlo fuori casa. Pensai a diversi metodi per farla finita, ma non volevo che rimanessero tracce.  Mi rivolsi allora ad un professionista che mi procurò una Cash Special calibro 25R, aspettai che si fosse addormentato   e lo freddai mirando al  punto craniale eseguendo una  collisione perfetta.  Lo feci dissanguare raccogliendo  tutti i suoi fluidi per non sporcare niente  e mi misi a letto soddisfatta, finalmente avevo  fatto fuori quel porco.   Il giorno  dopo mi sentivo un automa, cominciai a sezionarlo in tante parti, ero priva di qualsiasi senso di colpa e mi organizzai per gustarlo in vari modi, perché del maiale non si butta via niente. 

giovedì 9 dicembre 2010

Sono innamorata e voglio gridarlo al mondo intero!


Mi sono innamorata! Finalmente ho trovato chi fa davvero per me, è unico e speciale, non credo che potrei mai stancarmi di lui.  Prima di tutto  voglio dire che non avevo mai sperimentato prestazioni a così alti livelli e poi ha un aspetto fantastico,   quando lo presenterò alle amiche so che ci farò la mia porca figura.
E’ affidabile e sicuro,  sa sbattere come nessun altro,  mi consente finalmente di avere un’esistenza sana e genuina, cosa che forse non  avevo mai sperimentato prima.  Lui è versatile, riesce a tirare fuori tutta la mia creatività, quando ho  fretta sa darmi una mano concreta e non pretende niente cambio che un minimo di cura, cosa che gli offro costantemente perché non posso certo  sciupare un’occasione così preziosa. Sono profondamente  conscia che la mia vita, adesso,  abbia tutta un’altra qualità.
Lui poi  riesce a fare  entrare in ebollizione  e a mantenere sempre  alta la   temperatura e poi ...  sa montare in modo fantastico. Instancabile, è pronto in qualsiasi momento io ne abbia voglia.  So che molte non sono interessate a queste cose e  le ritengano questioni  superficiali , ma io ho sempre avuto la convinzione  che questo aspetto sia  fondamentale affinché,  le cose,  funzionino sempre al meglio.
Fra l’altro con lui ho imparato anche a risparmiare, ad evitare gli sprechi,  anche questo  lo ritengo basilare nel menage.  Poi sa rimescolarmi sempre tutto senza alterare le caratteristiche e le integrità.  In passato ho sempre trovato chi  rovinata ogni cosa, chi, non curante di certe qualità, bruciava e sprecava tutto quello che io avevo costruito con passione e dedizione. Per anni mi sono data inutilmente le colpe per quelli che ritenevo mie fallimenti, per quelle che pensavo, fossero le mie incapacità. Quando avevo rinunciato a tutto e ormai non  ci speravo più l’ho conosciuto. All’inizio ero diffidente, forse non mi sentivo ancora pronta, ma qualcuno me ne aveva parlato benissimo e mi sono fatta coraggio.  Non ci ho messo  poi tanto tempo  a portarlo a vivere con me e adesso tocco il cielo con dito!  E’ meravigliosamente eclettico, con lui sono pronta a fare tutto senza precludermi nessun limite.  Mi prospetta sempre meravigliose alternative, altro  che le solite cose noiose che un tempo mi ritrovavo sempre a fare.  E’ prezioso, grazie alla sua  guida riesco  a bilanciare e mai sfondare limiti che possono rivelarsi troppo pericolosi.  Riesce a contenere in pieno le mie esigenze anche quando queste non riguardano solo me.  Ormai è indispensabile, sento che con lui sto migliorando e che posso fare a meno di tutte quelle cose che, un tempo,  occupavano inevitabilmente i mie spazi vitali.
Voglio gridarlo al mondo intero quanto  amo il mio robot da cucina Birby Worvieck T43! 

Kurt

No, non ci siamo bambini dovete mostrare più entusiasmo, poi vi daranno le aringhe sul serio, ricordatevi la battuta, dovete dire: “Basta non ne possiamo più, abbiamo sempre la pancia troppo piena, qua ci viziano troppo”, va bene?
Ehi  assistente! Che ci fa quel fanciullo così magro? Non possiamo  metterlo in prima fila, si arrabbierebbero e dopo sono guai per tutti, cercate di camuffarlo la in fondo fra  gli altri più alti di lui.
Attrezzista presto  con quei libri e sistemi quei banchi in modo ordinato, questa è una scuola.
Dov’è la ragazza che doveva fare la maestra? E’ morta?!  Presto,  trovatemi una sostituta possibilmente che abbia ancora un po’ di salute. Come non ce ne sono? Lei è troppo emaciata, ne  voglio una più in carne, a questa le faremo fare da bidella. Trovata. Grazie!
Pronti per girare ?! Scena 24/III
Ecco   bambini sorridete, voi siete felici, si si bravi,  ora alzatevi, salutate la maestra, bene sedetevi aprite i libri, tu David vai alla lavagna e fai le operazioni , benissimo.  David ritorna al tuo banco  e ora  si alza Sarah, bene.  Adesso rivolgetevi alla camera, si sorridenti così bravissimi, la battuta, ecco … perfetto!
Bravi bambini adesso potete tornare nei vostri capanni, passeranno dopo i custodi a darvi la ricompensa.

E chi ha il coraggio di dire loro  che non passeranno,  che probabilmente ci sarà solo del pane nero risecchito. insieme ad un po’ di zuppa con  quasi niente dentro, anche stasera?  Almeno hanno avuto un’illusione, per  qualche minuto hanno vissuto una vita normale, hanno avuto una scuola, dei libri, dei giocattoli. Devo pensare a come poter fare, mi devo inventare qualcosa per  far si che girino altre scene, potrei inventarmi una gara sportiva … ma reggerebbero i loro corpicini così malandati? Devo finire il film entro due settimane, devo coinvolgere tutti, far capire a loro che ho bisogno di tutte le comparse, che  tutti sono indispensabili affinché il film sia perfetto.
Non avrei mai pensato di trovarmi a fare ancora il mio lavoro ,  credevo che me lo avessero tolto per sempre, che non sarei più tornato a dirigere, ad impartire degli ordini. In questa assurdità  in cui siamo costretti a soggiornare,  mi sento  in colpa perché ho ritrovato la mia vita, quello che mi rendeva felice.
Io sono questo, un artista, un creatore d’illusioni che sta vivendo  in un’inconcepibile  verità e che sta ricreando la vita reale in una pellicola da 35 mm. Ho un ultima scena da girare oggi, ho altri quattordici giorni per  sentirmi  ancora un uomo. Poi lasceranno vivere  ancora me e la mia famiglia, ma non voglio pensare  in quali condizioni.

Avanti con gli anziani, si parte con  scena del circolo ricreativo.
Pronti per girare? Scena 27/I
______________________________________________________________

Kurt Gerron  nacque a Berlino nel 1897, fu un attore e un regista, era ebreo. I nazisti lo internarono a Terezin e gli ordinarono di  girare il film di propaganda “"Il Führer regala una città agli ebrei", in cambio gli offrirono di salvare la sua vita e quella di sua moglie. Mori ad  Auschwitz il  15 novembre 1944, il giorno prima che Himmler  decretasse la chiusura delle camere a gas.