Pensare che ho fatto milioni di tentativi, ho adottato un infinità di personaggi: scrittori dislessici, cantautori balbuzienti, filosofi dell’esistenzialismo della lingerie maculata, poeti del “ceniamo fuori si ma paghi tu”, pittori di modelle giovani e minimo minimo con una terza “si perché il messaggio che voglio dare è di un certo tipo”, ed io: tipo che la gnocca è sempre la gnocca? Soprattutto ho collezionato un sacco, ma proprio un sacco, di disoccupati, si i grandi artisti del “ rinchiuso in ufficio soffoco, piuttosto che la fabbrica la muerte!”
Sapete che sono quasi sempre stata piantata? Si perché l’artista si annoia velocemente e probabilmente non sono l’unica che ne subisce il fascino, io cercavo solo qualcuno d’amare totalmente.
Ma io non potevo farci nulla, per me l’uomo incasinato era attraente come lo è lo zucchero per i diabetici. Sono stata la loro madre, la loro psicologa, la loro cuoca, la loro agenzia di collocamento e spesso la loro troia, il tutto per vederli gioire, per me era una missione e non mi accorgevo di avere il complesso del redentore.
Una mia amica un giorno mi regalò un libro, uno di quelli che definivo da discount della filosofia e che mi ero sempre rifiutata di leggere, forse perché molte lo consideravano una sorta di bibbia e io aborro il genere. Con il naso tappato e grazie alle mie tante notti insonni mi misi a leggerlo e fu la scoperta del mio vero dolore. Era come vedere il mio cuore sanguinare, io non mi ero accorta di essere così simile alle donne che amano troppo, anzi pensavo di essere decisamente sopra la media, io la perfetta infermierina che si prendeva cura di tutti non mi curavo.
Decisi che avrei passato un periodo di sobrietà, mi sentivo come un’ alcolizzata, solo che il mio alcol erano gli uomini, per cui cercai di non praticare più i mie soliti posti da intellettuale macrobiotica e di cominciare a frequentare un gruppo di auto/aiuto, cosa che ogni tanto consigliavo io ai mie pazienti, ops amanti. Non sono del tutto guarita ma ho ricominciato a uscire con alcuni uomini, impiegati. Ogni tanto la noia mi sovrasta e allora cerco di resistere e mi concedo anche di vedere Zelig, in fondo, non l’avrei mai detto, ma è meraviglioso vivere fra le persone comuni.